Non per chissà quali motivi, ma la
città di cui vi parlerò oggi non mi ha lasciato un granché nel
cuore... Probabilmente per tutta la serie di circostanze che si sono
venute a creare durante e dopo quei 3 giorni...
Comunque sia, Copenhagen può essere
considerata una copia in miniatura di Amsterdam, ma risulta
sprovvista della sua linfa vitale.
È una città carina... ecco, questo il
termine più corretto.
Piacevole passeggiare nelle stradine,
inebriante riempirsi le narici col profumo di pane e dolci appena
sfornati ma, al termine della giornata, senti che manca qualcosa...
quel qualcosa che fa di ogni viaggio un capitolo a sé nello spazio
dei tuoi ricordi.
Difficilissimo trovare una struttura
degna di essere definita “hotel” nella città della sirenetta...
una marea di dormitori con bagni in comune si alternano a hotel di
fascia troppo alta per le tasche mie e delle mie due compagne di
viaggio. Alla fine, la scelta cadrà sull'Omena Hotel:
Considerando
la media degli hotel che ci sono a Copenhagen, e i loro prezzi
seppure siano parte della categoria "ostelli", si può dire
che l'Omena rappresenta un buon compromesso per chi abbia l'abitudine
di viaggiare "in comfort" con la sicurezza di un bagno
privato in camera e la vicinanza ai punti di interesse maggiori nella
città. A queste va aggiunta la comodità di avere a due passi il
deposito bagagli della stazione ferroviaria, utilissimo per lasciare
il proprio bagaglio appena arrivati in città e muoversi in autonomia
fino all'ora in cui è possibile effettuare l'accesso in camera
muniti di codice (dalle 16 in poi).
Viaggiavo con due amiche, e
seguendo delle semplici istruzioni abbiamo fatto il terzo letto in
camera: tutto il corredo, comprensivo di asciugamani, si trova dentro
la tasca dei cuscini delle poltrone letto.
La pulizia dell'hotel
non è il massimo, ma non stiamo parlando nemmeno di una bettola: se
sostate per pochi notti va più che bene, altrimenti poi diventa un
po' complicato "sopravvivere" ancora più a lungo con le
stesse asciugamani o lenzuola.
La zona dell'hotel è molto
tranquilla, e perfino i suoi ospiti (a dispetto di quanto, prevenuta,
credevo di trovare). All'angolo della strada troverete anche un
supermercato (della famosa catena dei 7 eleven, diffusissimi in tutta
la città), dove se vorrete potrete rifornirvi di cibo per la vostra
colazione da consumare comodamente in camera, qualora desideriate
risparmiare un po' sui vostri pasti, dal momento che la città è una
delle più care che abbia mai visitato...
Piccola
curiosità: dentro la stazione c'è anche un pub che ci ha accolte,
assieme ad altri ospiti italiani, trasmettendo la partita della
nostra nazionale agli europei. Un'esperienza carina e piacevole,
condivisa anche da altri turisti stranieri seduti nei tavoli accanto
ai nostri.
Il
meccanismo di accesso all'hotel sembra frutto della fantascienza, ma
una punta di horror sense ti invade fino a quando non metterai piede
all'interno della tua stanza.
Assieme
ad una mail con la conferma della prenotazione, riceverete delle
“semplici” istruzioni sull'accesso alla struttura... semplici se
non fosse che il brivido di non trovare la stanza al vostro arrivo si
impossessasse di voi e dei vostri piani di viaggio...
L'Omena
hotel è una struttura sprovvista di reception, nessuno ad
accogliervi al vostro arrivo: è così che si abbassano i costi di un
soggiorno, tagliando le spese di gestione del personale. La politica
aziendale è quella di inviare un sms al numero di telefono inserito
durante la prenotazione a mezzogiorno in punto: quel messaggio,
strettamente personale, contiene il codice per accedere alla
struttura e alla propria camera da letto.
Potete
immaginare, quindi, l'ansia nei confronti del display di un cellulare
fino a vedere la comparsa del messaggino tanto atteso... neanche
fosse quello della persona amata!
Per
fortuna sono Danesi, e il messaggio arriva ancora prima dell'orario
previsto, sebbene non sia possibile accedere alla struttura fino alle
16.
Utilizziamo
il deposito bagagli della vicinissima stazione ferroviaria come
escamotage per girare la città in libertà.
Il
primo obiettivo è la statua della sirenetta.
Intraprendiamo,
così, il cammino verso la parte nord della città, coperti da un
cielo grigio e a tratti piovoso. La passeggiata per arrivare al molo
non è delle più entusiasmanti, dal momento che interessa l'anello
periferico della città, lambendo solo i perimetri del suo centro.
La
reazione di fronte alla statua è quella raccontata da migliaia di
turisti di tutto il mondo: chiunque sa che non ne valga poi così
tanto la pena, eppure tutti si avventurano in questa lunga
passeggiata. Volete mettere la frustrazione nel raccontare di essere
stati nella città della sirenetta senza averne visto il suo
simbolo?!
La
passeggiata procede verso la zona più colorata della città, Nyhavn:
quella delle casette di forma tutta diversa e dai colori sgargianti,
che affacciano sul tratto di mare che si addentra nella città.
Tutt'intorno
ristoranti e bar che affacciano all'aperto, per godere di quel calore
temporaneo lasciato dai raggi di sole in un Giugno ancora fresco. E
se l'idea di gustare un piatto di salmone all'aperto in una giornata
piovosa vi mette già freddo, non preoccupatevi: ciascun locale vi
doterà di calde coperte di pile (ovviamente marchiate Ikea) con cui
coprire le vostre spalle e gambe senza, però, rinunciare al piacere
della vista dei canali.
Lo
strøget
vi accoglierà con le sue luci e il chiacchiericcio delle persone
che si soffermano davanti alle vetrine delle decine di negozi che
popolano la più famosa via dello shopping. Nella fontana posta al
centro della piazza principale, l'acqua mista a sapone vi lascerà
tornare bimbi per perdervi nel gioco delle bolle di sapone.
E se il gioco e il divertimento sono la forza motrice della vostra vita, non potete perdere la visita al vicino parco Tivoli: a montagne russe e torri dorate, io personalmente ho preferito cibarmi di hamburger e perdermi in un giro di perlustrazione in mezzo a strutture che sembrano fuoriuscite da libri di fiabe... magari un giorno tornerò bambina anch'io per giocare... magari...
E
a proposito di fiabe... immaginate di poter fare un picnic
all'interno di una dimora d'epoca... Al Castello di Rosenborg potrete
imbandire la vostra personalissima tovaglietta a scacchi rossi e
bianchi su un'erba sofficissima e verdissima, gustando la vista dei
giardini reali e annusando nell'aria il profumo dei coloratissimi
fiori primaverili.
A
spezzare quest'atmosfera da incanto ci pensa il quartiere di
Christiania, così osannato perché hippie, anticonformista e
originale, ma così tremendamente... insignificante!
Meglio
saltare al volo sul treno diretto a Malmö,
il primo paese in terra svedese al confine con la Danimarca... volete
mettere la soddisfazione di attraversare il famoso ponte Öresundsbron
che collega i due paesi?!
Qualche
foto al Turning Torso, il palazzo “intrecciato” che domina tutta
la zona marittima della città e nuovamente indietro in aeroporto.
Il
nostro volo di rientro ci aspetta... ma, questa volta, nessuna
nostalgia.
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