La proposta circa il ristorante
Libanese resta in minoranza, perciò mi accingo mentalmente ad
un'altra delle “cene sociali” della mia vita, cioè una di quelle
serate in cui vai fuori con gli amici (in questo caso i colleghi)
solo per stare in compagnia, senza però condividere con gli altri
commensali i piaceri della tavola (ahimè, che sofferenza!).
Non è un mistero, infatti, la mia
scarsa passione per tutto ciò che contempli la cucina indiana o
thailandese, poco avvezza -come sono- al sapore e, ancor meno,
all'utilizzo del cumino e del coriandolo. Nella cucina thailandese,
la lemongrass -un'erbetta dal pungente sapore di citronella- mi porta
ancora di più a desistere dal gustare quello che, altrove, si
rivelerebbe un soddisfacente piatto di noodles, ripiegando su quegli
intrugli a base di latte di cocco, panna e nocciole dal sapore, poi,
quasi sempre indefinito.
Ma a Londra non esiste un sapore che
possa essere definito come propriamente “tipico”, né un tipo di
cucina tradizionale, al di là di una steak o burger house.
Parliamoci chiaro: evitare qualcosa che rientri nella triangolazione
indiano/thailandese/cinese, durante un soggiorno di 5 giorni, è
pressappoco impossibile.