A gennaio, come ogni anno, appena
approvato il piano ferie è sempre il momento di pianificare la prima
vera vacanza.
Il periodo scelto è sempre quello tra maggio e giugno, dove il tepore della primavera cede il passo ad un'estate non ancora affollata da turisti e bagnanti smaniosi di tintarella.
Il periodo scelto è sempre quello tra maggio e giugno, dove il tepore della primavera cede il passo ad un'estate non ancora affollata da turisti e bagnanti smaniosi di tintarella.
La Grecia è il mio punto fermo, quello
attorno cui ruotano tutti i programmi: ma il giro che ho in mente di
fare quest'anno non trova supporto negli orari delle svariatissime
compagnie di navigazione, e ci porterebbe a perdere pezzetti di
giorni qua e la.
Improvvisamente un'idea: e se andassimo
in Sardegna?
E' come se tra siciliani e sardi
scorresse una sorta di conflittualità latente, per cui ognuno abbia
i posti più belli, il mare più cristallino, il cibo più buono... e
si finisce per chiudersi nella propria felice realtà isolana,
escludendo la possibilità di esplorare l'altra...
Ma io non voglio avere limiti nei miei
viaggi: voglio scoprire, gustare, assaporare, guardare...
Il periodo migliore ci sembra quello
agli inizi di giugno, poi scoprirò anche il perché... pare che
nella terza settimana di giugno, a Olbia si corra il mondiale di
rally... e Francesco non vuole perderselo...
Così, dopo 15 giorni in lungo e largo
per la Sardegna, lo lascerò solo ad inerpicarsi su per stradine e
impolverarsi fino ai capelli in compagnia di un suo ugualmente
fanatico amico.
Naturalmente, quando parlo di viaggio e
successivamente affianco i nomi di Roberta e Francesco, non intenderò
mai puro relax.
E' così che un pomeriggio prima della
partenza ci ritroviamo, cartina alla mano (ma sarebbe meglio dire
cartina al pavimento, date le dimensioni della stessa) a pianificare
il nostro giro dell'isola.
Piccola guida accanto, alcuni suggerimenti
carpiti da colleghi e il gioco è fatto: il tour de force avrà
inizio il 6 giugno da Alghero e terminerà il 15 giugno a Porto
Cervo, per godere poi di altri 5 giorni di relax post affaticamento
(e, ahimè, post ustione).
Tutto ciò che ha caratterizzato questa
nostra esperienza, dalle strade percorse ai panorami, dalle spiagge
al cibo, sarà custodito gelosamente nei nostri ricordi e condiviso
con voi attraverso questo diario, che spero possa essere di aiuto a
chi voglia intraprendere un viaggio itinerante in questa splendida
isola... o anche solo sognare!
Come sempre, buona lettura... con
giudizio!
GIORNO 1:
Qualche giorno prima della partenza,
scopriamo che anche il nostro amico e collega Francesco (varietà di
nomi... lo scoprirete anche più avanti!) ha prenotato con la moglie
una settimana nella zona di Stintino, la prima che ci vedrà ospiti,
con partenza proprio il 6 giugno. Saremo, dunque, compagni di viaggio
quella mattina sull'aereo che ci porterà ad Alghero.
La primavera, quest'anno è stata
totalmente inesistente, la voglia e il bisogno di sole e bel tempo ci
divora letteralmente.
Al nostro arrivo, ecco ad accoglierci
l'astro splendente e quella che sarà la nostra compagna di
avventura: una nuovissima Panda nera, immacolata nei suoi appena 1000
km...
Presto diventerà, per noi,
semplicemente Panda Pazza.
L'applicazione Trip Advisor inizia a
mettersi in funzione: anche lei, come Panda Pazza, la ciliegia e le
mutande del mio costume (che incontreremo a breve in questo lungo
viaggio), ci terrà compagnia e ci darà supporto nei momenti di
scelta.
L'agriturismo LA TANKITTA sembra
l'ideale per ospitarci nella giornata dedicata alla visita di
Stintino:
La struttura
è molto bella, stile casale immerso nella campagna circostante, e la
stradina per arrivarci contribuisce al suo fascino
agreste.
Purtroppo, siamo stati tra i primissimi ospiti di questa
stagione estiva, partita a rilento causa tempo poco clemente; quindi
non abbiamo potuto ammirare la struttura nella sua completezza,
essendo ancora in corso qualche lavoretto di ristrutturazione.
Camera
piccolina ma confortevole, ad un prezzo decisamente interessante
Depositati i nostri bagagli, ci
dirigiamo alla scoperta innanzitutto gastronomica della zona (vi
aspettereste altro da due come noi?).
Purtroppo, non sembra siamo capitati
nella più tipica, tradizionalmente parlando, area della Sardegna...
Spendere discretamente per mangiare appena sufficientemente sembra il
motto di tutti i locali con affaccio sul mare...
Il ristorante VALENTINA, consigliatoci
dalla ragazza che gestisce il b&b, sembra rappresentare un buon
compromesso:
Indubbiamente,
nel valutare le strutture alberghiere e ristoratrici presenti in zona
Stintino, il giudizio non può essere "assoluto", ma
necessita per forza di un confronto con quello che le altre strutture
presenti nello stesso territorio offrono.
E stintino, purtroppo,
non spicca per eccellenza, essendo una località molto turistica.
E'
così che il ristorante La Valentina, con una giudizio che -in
assoluto- si situerebbe sulla media del 3, guadagna un punto in più
perché sicuramente sopra la media dei suoi "contendenti".
La
vista è eccezionale, i primi piatti cucinati
bene (ottimi i culurgiones) e una seadas squisita.
Prezzo
assolutamente nella media, anzi forse leggermente
sotto, rispetto agli altri locali della zona.
La zona è turistica, si sa... ma
valeva la pena venire fin qui per ammirare la splendida spiaggia
della Pelosa, con al suo centro l'immancabile torre spagnola.
L'intera isola è cosparsa di queste
torri di difesa, e io credo di aver perso la testa per ognuna di
esse...
Il parcheggio della Pelosa offre ancora
qualche posto macchina libero... la spiaggia è abbastanza
affollata... siamo solo ai primi di giugno, non voglio immaginare
cosa sia la spiaggia, e soprattutto il parcheggio che scorre lungo la
litoranea, in piena estate.
La sabbia è finissima, il venticello
ti aiuta a sentire il calore del sole sulla pelle senza che diventi
eccessivamente fastidioso...
Le condizioni per un leggero pisolino ci
sono tutte... se non fosse per un gruppo di
marocchini/tunisini/insommacisiamocapiti alle nostre spalle che
intrattengono altri turisti con la vendita della loro mercanzia,
esprimendosi in perfetto... dialetto sardo!
Francesco mi guarda di sbieco, sono
passate due orette dal nostro approdo in spiaggia, e per la sua buona
volontà di accontentamento è già troppo.
Riprendiamo Panda Pazza e ci dirigiamo
all'esplorazione della zona intorno a Stintino: dallo stagno
Casaraccio alle vicine saline con tonnara, fino allo stagno di Pilo:
la curiosità di avvistare i fenicotteri rosa è tanta, ma
altrettanta è la delusione del totale nulla intorno a noi.
Quasi istintivamente, Panda Pazza
imbocca una strada che giunge fino ad un paese che sembra dimenticato
da tutto e tutti: vecchie costruzioni in stato di abbandono dopo un
tentativo di recupero edilizio, una piccola spiaggetta davanti
deserta ed un bar... aperto...
Siamo ad Argentiera, vecchio
insediamento minerario dell'isola (uno dei tanti), abbandonato a se
stesso e popolato, sembra, solo dai gestori del bar (e i loro
fedelissimi amici).
Sembra già qui di essere all'interno
della scena di un film... ma non ho ancora visto tutto ciò che mi si
prospetterà davanti agli occhi durante questo viaggio.
Sulla strada per il rientro a Stintino,
decidiamo di prendere la deviazione per Torre Falcone, da sempre
attratti a tutto ciò che si trovi in cima a qualche promontorio. La
strada inizia sterrata, e procede nel peggiore dei modi: Panda Pazza
reclama pietà, e non possiamo non assecondarla.
La cena nel paese di Stintino non
resterà degna di nota: piccolo villaggio a ridosso di un porto, con
pochi locali protesi attraverso le loro verande lungo il mare, che
sembrano attrarre solo i turisti, o i più sprovveduti...
DI BOLINA questo ci offre, e questo accettiamo.
Classico
ristorante turistico in posto turistico...
Del resto, quando su
Trip Advisor il miglior ristorante della zona ha un punteggio massimo
di 4, capisci che il tuo pasto non sarà poi così indimenticabile.
Prendiamo due antipasti, per una cena leggera... il conto lo è un
pò meno, ma -come scritto sopra- si è abbastanza preparati.
Il
servizio è cortese e veloce.
Di sicuro, avremo cene migliori
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