Non ho mai nutrito
l'interesse nel visitarla, soggiogata completamente da una serie di
pregiudizi.
Può una “terrona”
sentirsi bene a Venezia?
In fondo, qualcosa che la
accomuni alla mia città esiste... ad essere sinceri, anche più di
qualcosa...
Tanto per cominciare, il
mare... questa estensione di acqua che sembra voglia entrare fin
dentro la sua anima...
I maestosi palazzi e il
barocco che si affaccia dai balconi dei canali....
Lucia... la nostra
martire e la loro... un'antica lotta per il possesso delle sue
spoglie, ma un'unica devozione per l'umile santa, protettrice della
vista.
E una frase che mi arriva
dritta al cuore: “se ami Ortigia e i suoi vicoli, non puoi sfuggire
ancora a lungo a Venezia e le sue calle”.
Prenotiamo tre giorni
nella metà di Agosto, gli unici che io e Francesco riusciamo a far
coincidere. Scegliamo la soluzione treno, più comoda e diretta al
cuore della nostra meta.
Mi basta scendere i pochi
scalini della stazione ferroviaria per ritrovarmi davanti ad uno
scorcio del canal grande, e capire quanto la stupidità dei miei
pregiudizi mi abbia precluso in passato: la città si prospetta
meravigliosa nella sua totale diversità da quanto esista al mondo.
Il vaporetto che ci
conduce al nostro albergo procede lentamente lungo il canale, e tra
una fermata e l'altra rimango incantata dall'eleganza dei palazzi che
si affacciano rigorosi sulle acque veneziane. E mi colpisce la
quantità di persone che brulicano in giro, di nazionalità e culture
totalmente differenti e tanto lontane, eppure tutte li nello stesso
istante, per lo stesso luogo.
Mi fermo a pensare quanto
possa essere incredibilmente difficile la vita di un vero veneziano:
code interminabili alle fermate dei vaporetti, mentre io aspetto
beatamente di andare in giro e perdermi tra le acque di questa
meraviglia, dietro di me potrebbe scalpitare nervosamente chiunque
debba spostarsi per raggiungere un luogo di lavoro, o la propria
casa...
Per non parlare della
mischia che ti assale ad ogni passo: è come se quelle strade, quei
palazzi, quelle acque, quei luoghi non appartenessero più ai
veneziani, per un' ormai totale impossibilità di usufrutto. E la
triste conferma ci giunge dalle parole di uno degli addetti alla
reception del nostro hotel: sono pochi i coraggiosi che sopravvivono
a Venezia; la città, vivibile e praticabile, si è spostata nei
dintorni, come Mestre.
Per
il mio primo soggiorno a Venezia desideravamo un hotel elegante,
localizzato in una delle tante dimore storiche della città.
L'hotel
Giorgione sembrava offrire ciò ad un prezzo abbastanza abbordabile,
e pagando una differenza, abbiamo prenotato la stanza "Prestige",
di ben due categorie superiori alla "Classica".
Notevole
il disappunto nel vedere la nostra camera: gli scarsi complementi di
arredo restituivano l'immagine di una camera spoglia, senza il
carattere del tipico stile veneziano. A giudicare dalle foto inserite
sul sito, sarebbe stato decisamente meglio prenotare una camera
Classic, molto ben arredata, spendendo di meno.
Ad ogni modo,
posizione perfetta per una visita della città a piedi o in vaporetto
e personale di accoglienza ineccepibile.
Tornerei solo prenotando
la tipologia base della camera
Deludente anche il pranzo nell'adiacente ristorante:
Ci
siamo soffermati in questa "osteria" il giorno del nostro
arrivo a Venezia, mentre aspettavamo che le nostre camere (al vicino
hotel) fossero pronte per effettuare il check in.
Incuriosita
dalle tante recensioni lette sulle specialità culinarie di Venezia,
decido di provare i famosissimi cicheti, antipasti tipici
prevalentemente a base di pesce. Ma mi si presenta un misero piatto
decorato quà e là da cucchiaiate di cibo: comprendo la forma e
l'apparenza, ma per 16 euro avrei preteso di più, se non altro di
alzarmi da tavola quantomeno sazia!
Insomma, per un paio di cicheti, ti alzi dal tavolo alleggerita in tutti i sensi!
Purtroppo la media dei prezzi a
Venezia, in generale, è abbastanza alta, soprattutto per quanto
riguarda questo famoso piatto di antipasti misti, ma quello
dell'osteria Giorgione non può reggere il confronto con quelli (ben
più abbondanti e deliziosi) di altre osterie/trattorie della città.
L'hotel e l'enoteca si trovano nel quartiere
di Cannaregio, molto centrale e ben posizionato per raggiungere i
punti nevralgici della città.
Anche passeggiando senza meta, è
impossibile non sbucare davanti al ponte di Rialto o nella vicina
Piazza San Marco: il flusso dei visitatori è quasi meglio dei
cartelli stradali, basta accodarsi e il gioco è fatto!
Migliaia di persone sostano nelle zone “must” della città; chissà come sarebbe fotografare la gremitissima piazza centrale dall'alto di un elicottero.
Migliaia di persone sostano nelle zone “must” della città; chissà come sarebbe fotografare la gremitissima piazza centrale dall'alto di un elicottero.
Basta, però, imboccare una
delle tantissime calle laterali che la fiumana di persone svanisce, e
ti ritrovi quasi completamente solo, nel cuore del mese di agosto, a
passeggiare tra cortili, arbusti e il rumore di stoviglie proveniente
dalle finestre aperte dei pochi palazzi abitati.
Venezia è davvero strana: ti
sorprende con questi scorci di vita autentica, nelle sue calle
assolate e silenziose per poi risucchiarti nella bolgia di San Marco
e nella sua totale impersonalità, fatta di flash fotografici, zaini
in spalla, cartine alla mano e sguardi smarriti.
Ma i turisti lo sanno che al di
là di quella piazza, seppur strepitosa, esiste un'intera città da
visitare?
Percorriamo le calle in lungo e
largo, sbucando davanti a chiese maestose e fabbriche di gondole.
Saltare su e giù da un battello
all'altro è uno spasso. Dal canal grande a quelli secondari, fino a
raggiungere il quartiere della Giudecca, su un piccolo isolotto
situato di fronte alla città, attraversando il tratto di mare da cui
si gode di un panorama eccezionale.
Qui sembra concentrarsi la vita
del veneziano: palazzi meno signorili ma proprio per questo abitati
da gente “normale”, lontano dal caos della città. Sicuramente è
una valida alternativa per quei nostalgici, che ancora non riescono a
scambiare la loro autentica e marinara Venezia con i paesi
circostanti costruiti su terraferma.
Al rientro, il vaporetto ci
ferma davanti alla chiesa di Santa Lucia: sento il bisogno di
chiedere due cose a “Luciuzza bedda”, e via di corsa per una cena
su un tavolino ai bordi di un piccolo canale nel cuore di Venezia:
Location
molto bella, passando per lo splendido ghetto ebraico, con i tavolini
lungo uno dei canali minori di venezia, lontano dal frastuono dei
turisti.
Buono il piatto di cicheti.
Prezzi allineati alla media
Immancabile
il giro notturno in battello, per cogliere lo splendore della città
sotto le mille luci. Le acque dei canali riposano dallo scorrere incessante delle gondole. Le strade ci avvolgono nel loro silenzio, il
frastuono di qualche ora prima sembra solo un lontano ricordo...
La mattina seguente, dopo una piacevolissima colazione nel cortile interno dell'albergo (qualcosa di positivo l'avrà pure avuta sto posto!), decidiamo di imbarcarci alla volta delle tre isolette minori disposte a nord della laguna: Murano, Torcello e Burano.
Murano ci accoglie in un afosissimo pomeriggio di sabato, con le sue fabbriche di vetro ahimè chiuse ma tanti negozietti dove poter mirare i piccoli capolavori di vetro soffiato.
Devo ammettere che io e Francesco non siamo dei grandi estimatori di questo genere d'arte, quindi la passeggiata tra le vetrine scorre -per sua fortuna- in maniera rapidissima, finalizzata al raggiungimento dell'obiettivo che, invece, più appassiona entrambi: il cibo.
Decidiamo di affidarci completamente a Trip Advisor, ma la scelta non si rivela un granché eccezionale.
In effetti, nei tre giorni di fuga lagunare non abbiamo assaggiato chissà cosa della tanto decantata cucina veneziana. Preferisco non imputare la "colpa" alla cucina in sé, quanto ad una scelta sfortunata dei locali.
Per godere a pieno di questa pace, non perdete la pausa ristoro al bar vicino la chiesetta, il VILLA 600, circondato da un bel giardino curato costellato da eleganti divani e tavolini.
Ultima tappa di questo tour, la coloratissima e splendida Burano.
Costeggiando l'isola si scorgono queste costruzioni dai colori sgargianti, che ti trasmettono allegria e voglia di perderti nelle poche stradine di questo magico mondo a pastello.
Nei forni dell'isola potrete assaggiare il tipico biscotto del posto, il buranello, che però non ha soddisfatto il mio seppur poco esigente palato.
A Burano non smetteresti mai di fare foto: a te stessa a ridosso di un muro rosso fuoco, alla siepe di gelsomini bianchi che circonda una casa tutta rosa, alle finestre verdi di una palazzina blu cobalto: è come se, abbandonando quest'isola, il mondo perdesse improvvisamente i suoi colori.
Allora ecco che il cielo si tinge di quell'arancio tipico dei più bei tramonti, per scortarci senza troppa nostalgia sul battello che ferma al Parco delle Rimembranze di Venezia, dal quale godremo dello spettacolo del sole che tramonta lungo il Canal Grande, dietro i più bei palazzi della città.
Per l'ultima serata, ci affidiamo ai consigli dello staff del nostro albergo, e scopriremo uno dei posti più autentici di questa città, frequentato soprattutto da gente locale.
Eppure la fregatura sembra dietro l'angolo....
Seduti ai tavolini del ristorante, un improvviso scroscio di pioggia ci coglie di sorpresa.
Ma Venezia ha un fascino particolarissimo anche sotto la pioggia, di austerità mista a malinconia e tristezza. Così aspettiamo che la furia temporanea si plachi, per rientrare al nostro hotel passeggiando tranquilli tra le calle rese deserte dalla pioggia inattesa di un Sabato sera, per la gente carico di aspettative ormai deluse.
Il sole torna a risplendere il mattino seguente, offrendoci la possibilità di congedarci dalla città dopo l'ennesima splendida passeggiata tra le sue innumerevoli calle...
L'ultima tappa del non troppo soddisfacente viaggio culinario ci vedrà, invece, ospiti della
Il momento del rientro a casa non è mai portatore di gioie di particolare intensità.
Tuttavia, qualcosa ho imparato: che viaggiare è un'esperienza sensoriale a 360°, cui lasciarsi andare totalmente abbandonando ogni tipo di pregiudizio. Solo così, i colori di un posto potranno avvolgere il tuo cuore e i tuoi occhi, dipingendo un quadro sempre nuovo e dal valore inestimabile.
La mattina seguente, dopo una piacevolissima colazione nel cortile interno dell'albergo (qualcosa di positivo l'avrà pure avuta sto posto!), decidiamo di imbarcarci alla volta delle tre isolette minori disposte a nord della laguna: Murano, Torcello e Burano.
Murano ci accoglie in un afosissimo pomeriggio di sabato, con le sue fabbriche di vetro ahimè chiuse ma tanti negozietti dove poter mirare i piccoli capolavori di vetro soffiato.
Devo ammettere che io e Francesco non siamo dei grandi estimatori di questo genere d'arte, quindi la passeggiata tra le vetrine scorre -per sua fortuna- in maniera rapidissima, finalizzata al raggiungimento dell'obiettivo che, invece, più appassiona entrambi: il cibo.
Decidiamo di affidarci completamente a Trip Advisor, ma la scelta non si rivela un granché eccezionale.
In effetti, nei tre giorni di fuga lagunare non abbiamo assaggiato chissà cosa della tanto decantata cucina veneziana. Preferisco non imputare la "colpa" alla cucina in sé, quanto ad una scelta sfortunata dei locali.
Ci ha accolti con i suoi pochi tavolini lungo uno dei canali dell'isolotto, con cibo abbondante e discreto. Prezzi nella media per quel che riguarda i locali del posto (notevolmente cari in tutta la laguna).
Subito dopo pranzo, riprendiamo il battello alla volta di Torcello, questa piccolissima isola quasi disabitata e completamente selvaggia, dove passeggiare dal piccolo molo fino al sagrato della chiesa sarà l'unica attività che vi concederete. Tanto silenzio (a parte il vocio degli altri gitanti) e la natura tutt'intorno. Per godere a pieno di questa pace, non perdete la pausa ristoro al bar vicino la chiesetta, il VILLA 600, circondato da un bel giardino curato costellato da eleganti divani e tavolini.
Ultima tappa di questo tour, la coloratissima e splendida Burano.
Costeggiando l'isola si scorgono queste costruzioni dai colori sgargianti, che ti trasmettono allegria e voglia di perderti nelle poche stradine di questo magico mondo a pastello.
Nei forni dell'isola potrete assaggiare il tipico biscotto del posto, il buranello, che però non ha soddisfatto il mio seppur poco esigente palato.
A Burano non smetteresti mai di fare foto: a te stessa a ridosso di un muro rosso fuoco, alla siepe di gelsomini bianchi che circonda una casa tutta rosa, alle finestre verdi di una palazzina blu cobalto: è come se, abbandonando quest'isola, il mondo perdesse improvvisamente i suoi colori.
Allora ecco che il cielo si tinge di quell'arancio tipico dei più bei tramonti, per scortarci senza troppa nostalgia sul battello che ferma al Parco delle Rimembranze di Venezia, dal quale godremo dello spettacolo del sole che tramonta lungo il Canal Grande, dietro i più bei palazzi della città.
Per l'ultima serata, ci affidiamo ai consigli dello staff del nostro albergo, e scopriremo uno dei posti più autentici di questa città, frequentato soprattutto da gente locale.
Eppure la fregatura sembra dietro l'angolo....
Localizzata
nel tranquillo quartiere di cannaregio, questa trattoria ci è stata
consigliata dai nostri albergatori.
Dopo aver elencato gli
antipasti da prendere, richiediamo il risotto di mare per due
persone, ma il cameriere ci stupisce dicendoci che l'ordine per il
risotto è appena partito dalla tavolata a fianco, lasciandoci
intuire che non sarebbe stato possibile farne un altro. Guardiamo
l'orologio e sono neanche le 21:30: impensabile che non si possano
più accettare richieste per risotti. Perplessi, ci rivolgiamo al
cameriere spiegandogli che il motivo per cui siamo seduti a quel
tavolo è proprio quel piatto, allora lui ci congeda rientrando in
cucina per chiedere informazioni. Quando torna al tavolo comunica di
averci inserito nell'ordine del tavolo di fianco, per cui il risotto
sarebbe stato servito nel giro di 5 minuti. Al che, ovviamente,
annulliamo gli antipasti, pronti per gustarci immediatamente il
nostro primo piatto.
E sapete cosa? Dopo due minuti torna al tavolo
dicendoci che lo chef avrebbe preparato un risotto espresso proprio
per noi due, lasciandoci il tempo di gustare i nostri antipasti!!!
Cosa non si fa per vendere!!!! Di fronte alla possibilità di perdere
il guadagno su due antipasti, la possibilità di un risotto espresso
per due è diventata immediatamente realtà!!
Ovviamente il timore
era che quel riso espresso fosse in realtà tolto dalle porzioni
della tavolata di fianco e riscaldato per presentarlo a noi una volta
terminati i nostri antipasti. Ma ti rendi subito conto se un risotto
è stato preparato sul momento o semplicemente riscaldato: e il
nostro era davvero ottimo, quindi assolutamente fresco.
Ne vale la
pena se non vi fate sopraffare dalla "furbizia" del
ristoratore (o del semplice cameriere).
Ma Venezia ha un fascino particolarissimo anche sotto la pioggia, di austerità mista a malinconia e tristezza. Così aspettiamo che la furia temporanea si plachi, per rientrare al nostro hotel passeggiando tranquilli tra le calle rese deserte dalla pioggia inattesa di un Sabato sera, per la gente carico di aspettative ormai deluse.
Il sole torna a risplendere il mattino seguente, offrendoci la possibilità di congedarci dalla città dopo l'ennesima splendida passeggiata tra le sue innumerevoli calle...
...e un'immancabile giro in gondola!
L'ultima tappa del non troppo soddisfacente viaggio culinario ci vedrà, invece, ospiti della
Per un pranzo veloce e senza troppi fronzoli.
Abbiamo preso soltanto due primi piatti: la mia pasta con le vongole era squisita, molto ben condita.
Sicuramente da provare le altre specialità .
Abbiamo preso soltanto due primi piatti: la mia pasta con le vongole era squisita, molto ben condita.
Sicuramente da provare le altre specialità .
Il momento del rientro a casa non è mai portatore di gioie di particolare intensità.
Tuttavia, qualcosa ho imparato: che viaggiare è un'esperienza sensoriale a 360°, cui lasciarsi andare totalmente abbandonando ogni tipo di pregiudizio. Solo così, i colori di un posto potranno avvolgere il tuo cuore e i tuoi occhi, dipingendo un quadro sempre nuovo e dal valore inestimabile.
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