Assidua lettrice di racconti di viaggio (dei Turisti per Caso), e recensore costante su Trip Advisor per quel che riguarda hotel, ristoranti e posti da visitare… Questa sono io, e la mia idea di racchiudere in un'unica pagina, la mia, tutti gli svariati contributi relativi ai miei viaggi nel mondo reale e in quello del gusto, di modo che esperienze, sensazioni, colori, sapori e giudizi possano insieme mescolarsi nel diario di un'esperienza di vita.

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sabato 17 gennaio 2015

SCOZIA… oltre ogni pregiudizio

5 giorni (di cui solo 4 pieni) alla scoperta di una terra che mi affascina fin da quando sono piccola e che, al contrario di ciò che si possa credere, riserva una straordinaria varietà di paesaggi ai suoi esterrefatti visitatori. 
Non solo castelli, valli immerse nella nebbia e strade che si inerpicano tortuose: la Scozia è anche l'esplosione di colori dei campi di grano e di un verde che acceca d'invidia anche il più prezioso degli smeraldi.
Come sempre, ambiziosissimo il nostro progetto itinerante che ci vedrà ospiti di Argyll, Highlands, Aberdeenshire, Angus e Fife (praticamente, un giro in senso orario a partire dall'aeroporto di Edimburgo fino a lambire la costa a occidente, l'estremità settentrionale del lago di Loch Ness, una parte di entroterra e i paesini sulla costa estremamente orientale, poco più a nord della città di Edimburgo). 

Appena atterrati ad Edimburgo, e dopo aver ritirato la nostra macchina a noleggio (90€ per 4 giorni), ci dirigiamo verso la costa a occidente, nella regione dell'Argyll, in cui si trova -a circa 2 ore di auto dall'aeroporto- il castello di Inveraray (prezzo d'ingresso £10 a persona), nostra prima tappa di questo viaggio attorno ai castelli scozzesi. 
Inutile commentare sia gli interni che l'esterno di questa splendida struttura: le foto parlano sole!
Uno splendido parco circonda la tenuta che, al suo interno, conserva mobili d'epoca, armi e vestiti da cerimonia indossati dai suoi storici abitanti (i duchi di Argyll, appunto). 
Noteremo come gran parte dei castelli, in Scozia, abbiano cessato la funzione di dimora privata, e siano -invece- stati donati all'ente del National Trust, che -attraverso i soldi di cittadini e contribuenti volontari- ad oggi se ne prende cura provvedendo alla loro manutenzione interna ed esterna. 
I risultati sono ottimali, considerando anche l'ingente investimento economico cui forza una simile proprietà e, talvolta, l'impossibilità di molte delle famiglie titolari di simili eredità di farsene totalmente carico. 
E' così che duchi ed eredi rinunciano al possesso di simili tenute, affidandone le sorti ad enti nazionali di salvaguardia e tutela. 
Spesso, poi, dietro queste scelte di "concessione" ad enti pubblici si celano anche vere e proprie faide familiari: in mancanza di eredi diretti si preferisce, magari, optare per un ente pubblico anziché affidare il proprio castello alle cure di "parenti serpenti". 
Ogni castello ha, dunque, una sua storia fatta di testamenti, eredi e lasciti: e nonostante mi sconvolga il pensiero che qualcuno possa volontariamente rinunciare a volteggiare  tra le enormi sale del proprio castello con indosso abiti della tradizione ottocentesca (lasciatemi sognare ancora per un attimo), non posso che riconoscere quanto di buono ci sia nel donare al pubblico dei visitatori una simile bellezza, specie quando i fondi a propria disposizione non ne consentirebbero un buon mantenimento. 
A circa 30 minuti di macchina a nord di Inveraray si trova il castello di Kilchurn, uno splendido rudere adagiato sulle rive del Loch Awe.
Nessun cartello stradale indica la direzione per raggiungerlo, lo si scorge semplicemente lungo la strada che costeggia questo specchio di lago: si parcheggia la macchina in prossimità di un vecchio ponte e si percorre a piedi uno sterrato che porta dritto a ciò che resta di questo castello a cielo aperto. 
La strada che da Kilchurn prosegue verso nord attraversa la valle della Glen Coe, da cui traggono spunto le numerose cartoline e i dipinti che ritraggono il tipico paesaggio scozzese: scegliamo appositamente di percorrere questa strada verso nord (nonostante sia un tragitto ben più lungo), per poi ridiscendere verso sud all'altezza di Ballachulish e puntare leggermente più ad occidente verso Oban, la capitale dei frutti di mare. 
Abbiamo scelto di soggiornare qui per una notte, in questo paesino affacciato sul mare, che pesca e smercia nei paesi del nord europa il suo preziosissimo oro. Qui è, infatti, possibile assaporare degli strepitosi frutti di mare ad un prezzo notevolmente ridotto (rispetto a quanto riusciremmo a trovare in altri paesi nordeuropei): se vi capita di fermarvi da Ee-usk assaporerete le più grandi cozze mai viste, e farete scorpacciata di un ottimo crudo di mare alla cifra di circa 35/40£ a testa:


4 su 5 stelleUna strepitosa scorpacciata di cozze… al punto da arrivare a sentire la lingua felpata e temere il peggio per la notte in arrivo. Pericolo scampato, a testimonianza dell'eccezionale qualità e freschezza dei frutti di mare. 
Bel locale, prezzi nella media (cena per due a 75£)
Se, inoltre, avete anche la passione del superalcolico, ad Oban si trovano alcune tra le più importanti distillerie scozzesi, che producono l'omonimo whisky. 
Meno felice, invece, la scelta dell'hotel in cui trascorrere la prima notte: Kings Knoll, poco fuori dal centro di Oban. Comodo, però, per riprendere la marcia verso nord. 
2 su 5 stelle
 Camera piccolissima, arredamento vecchio, pulizia carente e temperatura quasi glaciale (salvo, poi, aver acceso noi il riscaldamento una volta giunti in camera). 
Nulla da dire, invece, sulla colazione al mattino: si ordina dal menù alla carta e il tutto viene preparato al momento.
Rapporto qualità/prezzo carente per i servizi offerti (85£ la doppia)
Sulla strada che da Oban porta a Fort William si scorge il castello di Stalker, situato su un piccolo isolotto tutto suo, nel bel mezzo del Loch Linnhe. 

Si parcheggia nello spiazzo del bar che pubblicizza la vista del castello stesso, e si prende una stradina che scende leggermente: il colpo d'occhio è eccezionale… abbiamo già capito che qualsiasi rudere, in questa terra, ha una magia e un fascino incredibili.  
A Fort William facciamo una velocissima tappa per osservare il meccanismo delle chiuse meccaniche (Neptun Staircase),
che consentono alle navi di risalire attraverso il Caledonian Canal, che mette in comunicazione il Mare del Nord e l'Oceano Atlantico attraverso quattro differenti loch: se il canale non esistesse, occorrerebbe circumnavigare tutta la Scozia per poter raggiungere uno dei due estremi, a nord o a sud. Tra l'altro, è proprio a Fort William che incontro i primi due cavalier della vacanza… e, anche se solo per un momento, il mio Paros mi sembra meno lontano.
Poco prima di arrivare a Fort Augustus, prendiamo la deviazione a sinistra per Invergarry (dove la A87 incrocia la A82), e percorrendo la strada fino in fondo raggiungiamo il castello di Eilean Donan (prezzo d'ingresso £6,50 a persona), set cinematografico di alcuni film (tra cui Highlander). 

Ripercorrendo a ritroso la A87, e reintersecando la A82 in direzione di Inverness, ci troviamo in prossimità di uno dei castelli simbolo di tutta la Scozia: il castello di Urquhart le sue rovine sullo sfondo verde sfavillante dell'erba e, tutt'intorno, le acque misteriose del Loch Ness. Decidiamo di percorrere il perimetro che costeggia il castello, lungo il quale sono state ricavate delle brecce che consentono scatti panoramici interessanti.  
Per entrare nella proprietà del castello si paga un biglietto di £7,90 che noi, però, decidiamo di risparmiare, dal momento che la vista del castello è notevole pure dal punto in cui ci troviamo: se dovessimo pagare il biglietto di ogni singolo castello da visitare, si prospetterebbe una vacanza particolarmente onerosa… occorre, dunque, effettuare una selezione. 

Decidiamo, piuttosto, di metterci in marcia verso il castello di Cawdor, a nord est di Inverness (che attraversiamo soltanto frettolosamente all'ora di pranzo), dove un biglietto di £10 (a persona) ci dà il diritto di ingresso all'interno del castello (uno dei pochi fotografabili, come quello di Inveraray) e all'immenso parco circostante, diviso anche in zone tematiche: dal labirinto romantico alla foresta esotica, in un crescendo di colori via via sempre più esplosivo. 

La A939, che poi interseca la A944, ci restituiscono un paesaggio sorprendente, fatto di campi e splendidi raggi di sole. 
Ma è quella notte che vivrò la mia piccola magia, soggiornando nella splendida struttura dell'hotel Kildrummy, sito a fianco all'omonimo castello nell'Aberdeenshire. 

Questa notte sarò io la regina, avvolta in un'atmosfera di fascino medievale, tra stanze e arredi d'epoca, cibo divino e voglia di non andare più via. 
Il tutto ad un prezzo più che onesto: £125 la camera, £30 la colazione per due e £67 la fantastica cena. Quanto basta per vivere un sogno. 

5 su 5 stelle
 E' un sogno che diventa realtà, un'immergersi in un'atmosfera d'epoca mentre si sfoglia un libro nella splendida libreria al piano terra o si sorseggia una bevanda nei divani d'epoca della sala da thè. 
Dopo un peregrinare tra i castelli di questa splendida terra, sembra quasi che l'immaginazione si fonda con la realtà e ci venga finalmente concesso di vivere quanto finora solo sognato attraverso i tour in queste splendide dimore. 
Dormire in una stanza che riproduce fedelmente l'arredamento d'epoca, con i letti a baldacchino e gli scrittoi dal sapore romantico, affacciarsi sul parco della tenuta, cenare alla splendida tavola a base di cibi che rispettano fedelmente la tradizione medievale (carni, marmellate e formaggi di vario tipo). 
E, al mattino, assaporare una ricchissima e saporita colazione per aprire gli occhi e rendersi conto che tutto ciò è realmente accaduto, ad un prezzo che -anche solo per una volta- è in grado di riuscire a farci sognare (solo pernottamento, escluso cena e colazione, £125… direi che, per un'esperienza del genere, ne valga davvero la pena).
Il castello di Kildrummy altro non è che una serie di rovine, credo nemmeno visitabili, se non dal ciglio della strada che porta verso l'hotel. 
La prossima destinazione è il castello di Balmoral, residenza estiva della regina Elisabetta, che con tutta probabilità è ancora in casa, per cui il castello risulta chiuso al pubblico.
Con delusione, ci rimettiamo in macchina diretti al Castello di Crathes (prezzo d'ingresso £12,50 a persona), quello forse dal parco più bello in assoluto: un'esplosione di colori, decine di sgargianti farfalle, siepi dalle forme perfette…



E' un piacere perdersi tra le sue mille viuzze, al tepore di questo sole dal sapore tutt'altro che scozzese (almeno, così come noi la immaginiamo). 
Poco più in là, il castello di Drum (prezzo d'ingresso £10,50 a persona) che, a differenza del precedente, punta meno sull'esterno e più sui suoi interni che, ancora una volta, riproducono fedelmente scorci di vita passata. 








Ma è il castello di Dunnottar, a Stonehaven, quello che mi squarcerà il cuore, inserito nella posizione più scenografica di sempre, e destinato ad accogliere, tra le sue rovine, i sospiri delle migliaia di persone di passaggio. 

Ecco cosa è Dunnottar: un agglomerato di ruderi, tra l'altro nemmeno eccessivamente fatiscenti, che sembrano fiorire come piante selvatiche nel mezzo di un'erba dai colori irripetibili, il tutto arroccato su uno scoglio a strapiombo sul mare. Non ci sono parole per descrivere il suo colpo d'occhio, e sebbene non ci sia nulla da visitare al suo interno (essendo, come Urquhart e Kilchurn, un castello a cielo aperto), i £6,90 -a persona- per visitarlo sono spesi più che bene. 
La strada prosegue verso sud, lambendo lo splendido litorale orientale. All'altezza di Inverbervie decidiamo di imboccare la B9120 in direzione Kirriemuir, e ancora una volta lo splendido paesaggio agreste si staglia davanti ai nostri occhi, togliendoci le parole di bocca. 
Un lato della Scozia che mai mi sarei aspettata, a tratti confondibile con Emilia Romagna e Toscana, se non fosse per il tipico stile architettonico del posto. 
La sosta per la notte sarà alla Muirhouses Farm (£78 per camera doppia, a notte): 

5 su 5 stelle
Splendida struttura in mezzo alla campagna, in un lato bucolico della Scozia che mi ha lasciato a bocca aperta. 
Camera enorme, fornita di ogni comfort e ottima colazione.
 Perfetto per visitare Aberdeen e Angus 

L'estrema vicinanza al castello di Glamis (prezzo d'ingresso £10 a persona), luogo in cui è nata la regina madre, ci porta ad immergerci in questo nuovo tour in compagnia di fantasmi e storie dal sapore un po' noir, in quello che dicono sia il castello più infestato di tutta la Scozia. 

Il castello è visitabile soltanto attraverso appositi tour, che partono ogni mezzora. Esplorerete anche le parti più "nascoste", quelle cioè edificate al di là di pareti visibili, e avrete modo di conoscere le storie più incredibili di spettri e oscure presenze (che vi faranno sentire anche la loro "voce" attraverso gli effetti sonori dislocati qua e la per il castello). 
La A90 ci porta giù, in direzione del Fife, terra di campi da golf e di splendidi villaggi di pescatori. 
E' attraversando il ponte che, a nord, la collega con l'area di Perth e, a sud, con l'area di Edimburgo, che ci si rende conto di come quest'area possa essere considerata quasi un'isola a sé, con i suoi borghi, i suoi scorci e le tradizioni. 
A St. Andrews facciamo una passeggiata lungo il suo viale principale, costeggiando anche la famosa università. Ma è a Crail, nella punta più a est, che ci imbattiamo in uno splendido villaggio di pescatori che, a prima vista, potrebbe ricordare uno scorcio di Grecia, con il suo molo, le barche con le reti issate e il chioschetto (The Lobster Hut) che cucina un'economicissima (£11) ma freschissima aragosta intera take away. 
Francesco si siede a gustare il suo pranzo sui tavoli all'aperto di fronte al piccolo chiosco, mentre io (che non amo i cetacei) aspetterò il mio turno per assaporare uno spuntino in un delizioso locale con veranda esterna arredata in stile quasi cicladico (Crail Harbour Gallery).
Qui sembra che il tempo si sia fermato: il mulino di Anstruther, le case colorate di Elie… la mia macchina fotografica è in continuo fermento, ancora una volta questa terra è riuscita a lasciarmi di stucco di fronte a questa strepitosa varietà di paesaggi. 













La nostra prossima (e ultima notte) ci vedrà ospiti di un altro castello, dal sapore un po' più nostalgico e meno sfarzoso del Kildrummy. 
Siamo a Dunino, allo Stravithie Castle, un castello di proprietà di una coppia italo scozzese (marito del luogo, moglie italiana) che hanno deciso di affittare un'ala della loro tenuta ai turisti di passaggio (£90 la doppia, a notte). 
4 su 5 stelle

Splendida struttura nel Fife, gestita da una coppia italo scozzese. 
Eravamo gli unici ospiti quella notte, e ci è stata riservata un'ala del palazzo con ingresso indipendente, due camere da letto, bagno e cucina. 
Ben arredata, forse un po' fredda (non potrebbe essere diversamente, date le dimensioni della struttura). 
Bello il contesto in cui è inserita la struttura
E' evidente che lo stato di manutenzione della tenuta non sia nemmeno lontanamente equiparabile a quella del Kildrummy, ma siamo di fronte ad una famiglia che in qualche modo cerca di tenere fronte alle eccessive spese legate alla manutenzione di una simile struttura. A noi va di lusso: nessun altro turista per la notte, ci viene quindi affidata un'intera ala della struttura, con ingresso indipendente e ben due camere da letto. 
Visitiamo il contesto in cui è inserita la tenuta e poi ci dirigiamo ad Anstruther per l'ultima cena in terra scozzese, a provare uno dei più famosi fish and chips della regione (Anstruther Fish Bar). 
Non so se sia la qualità del cibo a deludermi, o se sia proprio la tipologia del piatto a non incontrare il mio gusto… diciamo che non è stata una delle migliori mangiate in assoluto della mia vita (non amo il sapore del burro nella frittura). 

La Scozia è riuscita, dunque, a farmi capitolare facendomi andare oltre ogni superficiale e scontato pregiudizio: non solo pioggerellina fitta, nebbia e scenari mistici da film horror, ma campagna, prati, mare, case colorate, strade meravigliose (a differenza delle strettissime e -a tratti- impercorribili strade inglesi) e persone cordiali e calorose, tutt'altro che tirchie (altro pregiudizio su cui cala un minuto di silenzio assoluto). 
Come sempre un tour de force, percorrendo in soli 4 giorni un'area perimetrale che da ovest si estende a nord, a est e giù nuovamente verso sud… ma non si potrebbe fare diversamente se, alla curiosità di scoprire i più intriganti castelli della regione, si associ anche la voglia di scoprire luoghi che mai ti aspetteresti. 
Preparatevi a spendere, soprattutto per gli ingressi ai vari castelli (non esistono pass o biglietti cumulabili per le attrazioni.. o, per lo meno, per i castelli che avevamo inserito noi nel nostro programma); la vita, si sa, è comunque notoriamente più elevata che in Italia. 
Poche tea room (al contrario di quanto mi sarei aspettata, visto anche il confronto con la cugina inglese) e, dunque, poche possibilità di assaggiare il classico biscotto al burro che tanto abilmente mi fa perdere i sensi ad ogni suo morso: lo shortbread, che da solo vale una visita a questa splendida terra.
Evitate di acquistare quelli industriali, e fermatevi ad assaporarli nei forni di paese (o nelle -poche- sale da thè che incontrerete lungo il percorso): vi ritroverete già ad acquistare il biglietto del vostro ritorno nella terra delle cornamuse. 

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