Assidua lettrice di racconti di viaggio (dei Turisti per Caso), e recensore costante su Trip Advisor per quel che riguarda hotel, ristoranti e posti da visitare… Questa sono io, e la mia idea di racchiudere in un'unica pagina, la mia, tutti gli svariati contributi relativi ai miei viaggi nel mondo reale e in quello del gusto, di modo che esperienze, sensazioni, colori, sapori e giudizi possano insieme mescolarsi nel diario di un'esperienza di vita.

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domenica 31 marzo 2013

IN QUEL DI LUTON.... parte 3


La proposta circa il ristorante Libanese resta in minoranza, perciò mi accingo mentalmente ad un'altra delle “cene sociali” della mia vita, cioè una di quelle serate in cui vai fuori con gli amici (in questo caso i colleghi) solo per stare in compagnia, senza però condividere con gli altri commensali i piaceri della tavola (ahimè, che sofferenza!).
Non è un mistero, infatti, la mia scarsa passione per tutto ciò che contempli la cucina indiana o thailandese, poco avvezza -come sono- al sapore e, ancor meno, all'utilizzo del cumino e del coriandolo. Nella cucina thailandese, la lemongrass -un'erbetta dal pungente sapore di citronella- mi porta ancora di più a desistere dal gustare quello che, altrove, si rivelerebbe un soddisfacente piatto di noodles, ripiegando su quegli intrugli a base di latte di cocco, panna e nocciole dal sapore, poi, quasi sempre indefinito.
Ma a Londra non esiste un sapore che possa essere definito come propriamente “tipico”, né un tipo di cucina tradizionale, al di là di una steak o burger house. Parliamoci chiaro: evitare qualcosa che rientri nella triangolazione indiano/thailandese/cinese, durante un soggiorno di 5 giorni, è pressappoco impossibile.

Così mi accingo ad entrare per la seconda volta (la prima era stata al recurrent di due anni fa) al Nakorn Thai Restaurant, situato in Wellington road (la stessa del libanese), accompagnata da altri tre italiani e una tedesca molto affamati.

  • 3 su 5 stellePer quel che possa giudicare della cucina thailandese (non il mio forte), si tratta di un buon ristorante, con una scelta abbastanza ampia di antipasti, noodles, riso e portate principali. Da segnalare i vegetable spring rolls, quelli che in un ristorante cinese prendono il nome di involtini primavera: più piccoli di questi, ma ricoperti da una doratura croccante con, all'interno, un ripieno gustosissimo. Ottima la birra thai, la chang, meno alcolica della nostra e per questo più leggera. Se desiderate concludere la vostra cena con un dolce, a meno che non amiate stuzzicare il fegato, sconsiglio i tocchetti di banana fritta col gelato: la frittura, ovviamente golosissima e accattivante, resta comunque molto pesante, e mandare giù tutti e tre i pezzi sul piatto risulta alquanto difficile. Se dividete il dolce con qualcuno, rappresenta una buona alternativa... altrimenti... non dite che non vi abbia avvisati!

La serata si conclude con il rientro in hotel e la preparazione per la giornata “definitiva”: quella dell'esame. 
Passerei ben volentieri oltre le nove ore trascorse nella solita e triste auletta senza finestre (per la cronaca: il test l'abbiamo passato tutti a primo tentativo, stavolta anche gli inglesi... segno che qualcosa stia cominciando a cambiare pure lì??!!), per darvi qualche altra dritta “mangereccia” non particolarmente gustosa, ma utile per tutti coloro -specialmente i miei colleghi- che preferiscano trascorrere le serate in hotel a rilassarsi, piuttosto che in giro per la città.
Di fianco al banco della reception troverete una miriade di depliant pubblicitari su ristoranti e locali con consegna gratuita in hotel.
Dopo aver vagliato attentamente le opzioni, e stabilito di arrestare la mia lievitazione corporea interrompendo per la giornata l'ingurgitamento di panini e pizze, opto per un kebab al piatto con contorno di patatine fritte, che nel giro di 20 minuti viene recapitato alla reception a nessun costo aggiuntivo.
Ahimè, il discorso è sempre quello: la maggiorparte dei gestori di rosticcerie, nella zona, ha origini indiane o thailandesi, e inevitabilmente applica principi della cucina di origine a tutti i propri piatti, e voi vi ritroverete davanti ad una montagna di tocchetti di carne che, anziché essere semplicemente passati allo spiedo, profumano di zenzero e oriente.
La sera dopo, l'ultima del nostro soggiorno, al termine del fatidico terzo giorno di corso, sembra andare un po' meglio: decidiamo di festeggiare la conclusione di questa sosta forzata (che, in fondo, mi ha assolto per 5 giorni dalle attività di cura e manutenzione della mia casa, oltre che risparmiato non si sa quali catastrofici giri del mondo), e per l'occasione ci rechiamo in taxi in un pub del centro, il 

       LONDON HATTER
  • 3 su 5 stellemolto carino e caratteristico inglese. Assente il servizio ai tavoli, per cui -una volta scelto il vostro piatto- dovrete recarvi al bancone del bar e, assecondando la fila, avanzare il vostro ordine. Prezzi modici: un panino con hamburger, bacon e formaggio, accompagnato da patatine e anelli di cipolla, più una birra a meno di £ 8. Nel dispenser vicino ai tavoli, salsine gratis a volontà. Molto ampia la scelta dal menù

Tra una chiacchiera e un sorso di birra, giungiamo al capolinea di questa esperienza, che vede miseramente fallire il tentativo di sfatare i falsi miti esistenti attorno alla città di Luton, perfino ad opera delle persone che qui vivono o lavorano, incapaci di suggellare il loro amore per la città con frasi zuccherine o dichiarazioni di amore e fedeltà.
Luton, alla fine, è questa: non c'è alcuno scampo.
E a parte, dunque, qualche consiglio su cosa e dove mangiare, nient'altro di particolarmente utile sono riuscita ad aggiungere al vostro imminente o futuro soggiorno in quel della città “orange”.
Del resto, seduta davanti al finestrino dell'aereo, penso che neanch'io farò rientro in Italia con chissà quale bagaglio di approfondimenti su procedure ed equipaggiamenti di emergenza.
Su qualcosa, però, sento di aver allargato i miei orizzonti e ampliato le mie conoscenze. E se a qualcuno di voi il nome di Beppe e Fernando possa suonare come completamente estraneo, qualcun'altro capirà come ciò che possa aver appreso dai miei due “tutor”, in questi giorni, abbia sfortunatamente più le sembianze di un fardello, che di un bagaglio di conoscenze!
Donne, pochi dolci e meno uova di Pasqua quest'anno... qui occorre lottare per riprendersi gli uomini!

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