Assidua lettrice di racconti di viaggio (dei Turisti per Caso), e recensore costante su Trip Advisor per quel che riguarda hotel, ristoranti e posti da visitare… Questa sono io, e la mia idea di racchiudere in un'unica pagina, la mia, tutti gli svariati contributi relativi ai miei viaggi nel mondo reale e in quello del gusto, di modo che esperienze, sensazioni, colori, sapori e giudizi possano insieme mescolarsi nel diario di un'esperienza di vita.

Panico da viaggio? Ci penso io! Sarò lieta di aiutarvi in ogni piccolo aspetto organizzativo… Scrivete sul blog o alla seguente pagina facebook: www.facebook.com/viaggiarecongiudizio

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mercoledì 29 gennaio 2014

NOVEMBRE A DUBAI

Novembre, inizio di una stagione che promette freddo e tanta pioggia…
Cosa c'è di meglio di una bella fuga al caldo? 
Francesco ha parecchi amici che vivono negli Emirati Arabi ormai da un po'… se trovassimo l'offerta giusta sarebbe l'occasione perfetta per andare a fare una capatina. 
Etihad, Emirates… i biglietti sembrano costare un po', eppure riusciamo a fermare l'offerta che sembra fatta apposta per noi. Andata e ritorno su Abu Dhabi a 370 euro, compreso il pick up per Dubai, che sarà la base fissa per il nostro soggiorno. 
Data della partenza, 8 novembre.
Il 6 novembre Francesco accusa un dolore vicino al suo occhio sinistro e, guardandosi allo specchio, nota un leggero gonfiore. La situazione va via via peggiorando durante l'arco della serata, finchè al termine della sua giornata lavorativa decidiamo di andare in guardia medica per sentire un parere esperto. 
Mancano 2 giorni alla partenza…
La dottoressa che visita Francesco sembra non avere dubbi sulla diagnosi: herpes zoster, più comunemente noto come Fuoco di Sant'Antonio. 
Colpisce tutti coloro che abbiano sviluppato, in passato, forme di varicella: è come se il suo focolaio non si fosse mai spento, ma in forma silente continui ad autoalimentarsi fino ad esplodere con manifestazioni erpetiche a seguito di stress o abbassamento delle difese immunitarie. 
Abbastanza comune, insomma, e per nulla preoccupante… se non fosse la location in cui ha deciso di manifestarsi: l'occhio. 
Quella sera stessa e il giorno dopo scopriamo, dunque, come l'herpes zoster in prossimità di un occhio possa far danni abbastanza rilevanti qualora colpisca il vicino nervo ottico, portando -in casi più estremi- a cecità! 
Inizia un carosello fatto di telefonate, visite dal medico di base e corse al pronto soccorso. Ciò che ci preme sapere, naturalmente, è se si possa partire lo stesso. 
Le reazioni dei medici sono, più o meno, le stesse: vietato esporre l'area al sole (e non stiamo di certo andando al Polo Nord), sconsigliato allontanarsi in caso di peggioramento nell'evoluzione dell'herpes.
Siamo basiti, mancano neanche 24 ore alla nostra minifuga di 5 giorni, e ci troviamo a dover rinunciare.
Qualcuno ci va giù molto pesante, tirando in ballo il lavoro particolarmente delicato svolto da Francesco e i soldi investiti nell'ottenimento di un brevetto che potrebbe perdere di validità qualora l'occhio subisca danni di un certo livello. 
Solo al pronto soccorso oculistico di Busto Arsizio sembrano tranquillizzarlo, puntando sulla qualità delle strutture ospedaliere degli Emirati, in caso di peggioramenti. 
La situazione, dunque, è ormai chiara: Francesco non partirà e io dovrò decidere se andare lo stesso, senza di lui, o se rinunciare al viaggio. 
Sia lui che i suoi amici mi spingono ad andare, ma io vorrei condividere con lui quest'esperienza, e provo a buttarla lì per l'ultima volta. 
Gli faccio notare quanti voli al giorno vengano operati da Abu Dhabi e Dubai per l'Italia… qualora l'evoluzione dell'herpes dovesse essere preoccupante, basterebbe saltare su uno di essi e tornare immediatamente in Italia. 
Quanto a me… beh, non ho mai avuto la varicella da bambina, e sono ad alto rischio di contagio. 
L'herpes zoster, in persone che non hanno mai contratto la varicella, potrebbe portare allo sviluppo del virus stesso… Anche li, si tratterà di mantenere la situazione sotto stretto controllo e prendere il primo volo disponibile al segnale di febbre o malessere simile.
Sembra di averlo convinto… del resto, la sua voglia di partire è pari, se non superiore, alla mia. 
Prepariamo una valigia last minute, sono ormai le dieci di sera e il volo è l'indomani mattina presto. 
Al suono della sveglia scopriremo se partire o meno… in base alla situazione di gonfiore dell'occhio.

GIORNO 1:
Apro gli occhi, e il mio primo pensiero va a lui… 
Sia ben chiaro, non è la frase di una giovane innamorata; semplicemente il pensiero di una giovane in trepidante attesa di un viaggio, appeso alla salute del compagno di fianco… :)
Lui sembra star bene, sebbene il ponfo attorno all'occhio gli doni un aspetto tutt'altro che raggiante.
Ma non vuole perdere questa occasione, così andiamo diretti al check in di Etihad. 
Per me sarà un viaggio nei ricordi… il mio primo amore, l'Airbus 330, la sua cabina, i suoi servizi, il rumore dei suoi motori in fase di decollo…
Non potrò fare a meno di immaginarmi nuovamente con addosso quella divisa rossa…
Le ore a bordo passano velocemente, e tra uno spuntino e un film (da segnalare la spettacolare interpretazione di Leonardo Di Caprio in "Il Grande Gatsby") atterriamo ad Abu Dhabi in tardo pomeriggio. 
La temperatura all'esterno è piacevolissima, con una leggerissima brezza.
Aspettiamo che Enrico, Federico e Irene vengano a prenderci in aeroporto a bordo del fuoristrada di cui tanto ho sentito parlare… ma queste americanate non fanno per me, per cui non ricordo nemmeno il nome del veicolo… chi se ne intende maggiormente lo riconoscerà dalle foto.
Enrico è un amico di lunga data di Francesco, finito in Emirates a causa di un mercato dell'aviazione troppo "lento" in Italia. Ma sembra che lì abbia proprio trovato la sua strada… e anche la compagna della sua vita. 
Federico, invece, si è trasferito a Dubai soltanto da pochi mesi, e presta servizio in Fly Dubai. Con Irene, sua moglie, hanno voluto provare a scommettere su questa nuova vita negli Emirati… sicuramente avranno un futuro migliore di quello che l'Italia riesca a garantire al momento!
Il percorso verso Dubai è fatto di strade immense, a mille corsie, grattacieli e illuminazioni di ogni tipo. Sembra una New York più "diluita" e dispersiva, ma ugualmente accattivante alla luce dei suoi stroboscopici riflettori. 
L'alloggio di Enri è situato al 40° piano circa di una torre destinata ai dipendenti della compagnia: da lontano, la facciata ricorda molto la forma di una pellicola cinematografica, con tutte queste finestrelle appese nel vuoto.
La veduta che si prospetta dall'interno di quelle vetrate è davvero impagabile: lo sfarzoso scintillio del Burj Khalifa, le scie delle automobili in coda sul boulevard, i giochi d'acqua delle fontane visti dall'alto. 
Ho voglia di perdermi nell'immediata esplorazione di ciò che mi circonda. 
Il boulevard ci accoglie con i suoi sfavillanti bar e locali, una miriade di tavoli all'aperto, gente desiderosa di tirar tardi in quello che è il giorno di festività locale, il venerdì. 
Lungo tutto il viale, giochi di luce avvolgono le esotiche palme di contorno, regalando un colpo d'occhio senza eguali. 
Questa sera proverò una cucina totalmente nuova, quella Libanese dell'ARZ LEBANON… diventerà una droga. 
Molto simile alla cucina Greca, perché a base di carne e salsine allo yogurt e aglio, non smetteremmo mai di mangiare. 
Pita, grigliata, sfoglie ripiene, frittura di ogni genere, triangolini di carne tritata. E il gusto, per me opprimente, dell'agnello che scivola allegramente via accompagnato da una miriade di freschissimi succhi a base di limone, kiwi, carota, arancia, mango e chi più ne ha ne metta.
Geniale l'utilizzo di tutta questa freschissima frutta nei bar e nei locali dell'intera città: peccato che nel nostro Paese non si sia ancora arrivati a farne lo stesso utilizzo… Nelle sere d'estate sarebbe davvero un grandioso refrigerio!
La stanchezza post viaggio inizia a farsi sentire.. delegheremo al giorno dopo la scoperta di questa città che sembra già entusiasmarci parecchio. 

GIORNO 2:
Il risveglio orienta lo sguardo attraverso l'ampia vetrata sulla città. 
Le luci della sera lasciano il posto ai raggi del sole, e ti rendi immediatamente conto come in mezzo a quell'oceano di insegne e flash lampeggianti, in realtà ci sia solo un vasto deserto.
Sorprendente realizzare come ingenti spazi occupati dal nulla possano, la notte, vestirsi di un accattivante abito a colori.
Al nostro risveglio, solo il Burj Khalifa e il boulevard mantengono il loro originale fascino: tutt'intorno solo stradoni circondati da sabbia e innumerevoli cantieri a cielo aperto. 
Sembra ci sia la voglia di riempire a più non posso gli spazi rimasti inoccupati, eppure c'è tanto da fare, e sembrano saperlo le persone al lavoro incessante giorno e notte, capaci di tirar su palazzi come il Burj in poco più di 4 anni. 
La delusione inizia a far capolino: cosa ne è stato dell'aria da grande mela esibita con fierezza la sera prima, al nostro arrivo? 
Il giro in jeep per le strade della città e la sua periferia ne è la piena conferma. 
Dopo una colazione da PAUL, all'interno del Dubai Mall, con carinissima veranda vista fontane, saltiamo a bordo del bolide di Enri, alla ricerca di qualche agenzia per il noleggio di auto. 
Naturalmente, lì dove ampio sfogo è concesso alle americanate, Francesco ha voglia di farne una delle sue, e con la complicità di Enri (e la mia tacita presenza sui sedili posteriori) concorda il noleggio di una Camaro (spero di aver trascritto il nome in maniera corretta, ma perdonate la mia ignoranza.. per me è solo un mezzo di locomozione!) rossa fiammante per 3 giorni. 
Il resto della mattinata prosegue tra le strade della città e i suoi grattacieli, l'esplorazione della famosa palma di Jumeirah (che ovviamente è solo identificabile da una visuale aerea, non di certo dal basso, come la stiamo percorrendo noi), la veduta (anche se da lontano) del lussuosissimo Burj al Arab e le graziosissime ville sul mare. 
Degne di nota le stazioni di fermata degli autobus: piccoli spazi di design, delimitati da porte scorrevoli, per mantenervi al fresco durante le attese. 
Il pranzo lo facciamo in uno dei tanti ristoranti di Bastakiya, la città vecchia, sulle sponde del fiume Creek. 
Il parcheggio in questa zona è parecchio difficoltoso, considerando anche la mole del mezzo di cui siamo passeggeri. Scopriamo, però, l'avveniristico sistema di pagamento della sosta in dotazione della città: attraverso un semplice SMS si paga la sosta, o il prolungamento della stessa, comodamente seduti ai tavolini di un bar o durante un irrefrenabile attacco di shopping…
Soluzione inimmaginabile per tutti coloro costretti a schiodare dalla poltrona del proprio ufficio, o dal camerino di un negozio, per sostituire l'odioso tagliandino cartaceo sul parabrezza della propria auto. 
Il pomeriggio ci vede in totale relax sul divano di casa di Enri, con vista sul Burj Khalifa e le sue fontane, che tutti i giorni, dalle 18, iniziano il loro spettacolo danzante. 
E' un piacere crogiolarsi tra le fusa dei due micioni di casa e una connessione wifi a portata di mano, attraverso cui riempire le proprie pagine facebook di scatti e sorrisi. 
La cena ci vede ospiti a casa di Federico e Irene, a pochi metri da casa di Enri e a pochi passi dalla Old Town, nel quartiere della città che ricorda tanto un vero e proprio souk… 
Siamo proprio di fronte all'ingresso dell'area del Burj Khalifa, e il nostro dopo cena ci vedrà diretti in prossimità delle fontane ai piedi del grattacielo, per assistere al famoso spettacolo di luci, acqua e suoni. 
L'atmosfera di questa zona, di notte, torna a dipingersi del contrasto tra i colori tenui e suggestivi, quasi abbozzati, delle lanterne che attribuiscono alle costruzioni ai bordi della piscina il fascino da tipica area medio orientale, i fari sfavillanti del Mall e le lucine del mastodontico Burj.

Non ci sono dubbi sul fatto che questa sia l'area più affascinante della città, capace di attrarre l'attenzione anche al dissolversi del buio notturno; al dispiegarsi, cioè, di quella maschera dietro cui si cela il grosso vuoto di una città costruita nel deserto. 


GIORNO 3:
La città si sveglia avvolta in una splendida giornata di sole, che risalta l'azzurro della piscina ai piedi del Burj Khalifa e lo scintillio delle vetrate dei grattacieli. Il programma della giornata, dopo la consueta colazione da Paul, è la visita al Mall, l'immenso centro commerciale che fa da contorno all'area della Old Town. 
Per Francesco, sarà la più lunga domenica della sua vita… e anche per Irene, che si aggregherà a noi in questa folle ricerca all'oggetto prezioso.
Già, perché nei primi giri esplorativi dei giorni scorsi all'interno del Mall, noto una cosa che mi lascia a bocca aperta: il prezzo del nuovissimo iPhone, appena immesso sul mercato dalla Apple, ha qualcosa di molto più che semplicemente concorrenziale rispetto al mercato europeo e statunitense.
Se in Italia l'iPhone 5C costa 629 euro, a Dubai lo vendono 420 euro!
Ed io… potrò mai farmelo scappare??
La mattinata scorre liscia e tranquilla, tra acquisti di Natale, visite nei negozi più esclusivi e un pranzo a base di quella pizza che tanto adoro, e che tanto fa rivoltare lo spirito di un napoletano dovunque esso si trovi. 
L'idea è quella di fiondarsi in una di quelle mille bancarelle che vendono prodotti Apple subito dopo aver rifocillato il nostro stomaco, per un acquisto -sulla carta- semplice e indolore.
Ma non ho considerato una cosa: perché sia compatibile con le reti italiane ed europee, l'iPhone che andrò ad acquistare dovrà essere marchiato con un particolare codice… codice a quanto pare inesistente tra la moltitudine di mele esposte nelle bancarelle del Mall. 
Ovunque i codici compatibili col mercato americano e australiano… ma non posso rischiare di tornare a casa con un telefono che, una volta connesso ad una rete italiana, mi faccia rimpiangere il pomeriggio di una domenica dubaiese. 
Inizia, così, il giro più lungo e contorto della storia attraverso i negozi di telefonia alla ricerca non solo del codice perfetto… ma del prezzo ideale!
Il primo negozio in cui trovo l'iPhone con il codice che serve a me ha anche un prezzo maggiorato di 50 euro rispetto alle bancarelle del piano di sotto…
Non sono convinta, so di poterlo trovare ad un prezzo decisamente inferiore, e continuo la ricerca….
Povera illusa… girerò decine di negozi all'interno di quella specie di labirinto infernale che è il Mall, trovandomi spesse volte in direzioni che sembrano senza via d'uscita, con un compagno a fianco desideroso di mettermi le mani addosso e poi gettarmi moribonda in mezzo al gigantesco acquario al centro del Mall, e un'Irene che reprime verbalmente l'odio che invece i suoi occhi urlano a gran voce.
Dopo aver capito che al di sotto di 460 euro non potrò mai avere il modello compatibile con le reti italiane, decido di affrontare comunque la spesa (si parla ugualmente di 160 euro in meno rispetto al prezzo del mercato europeo), e ricomincio il giro dei negozi alla ricerca del colore perfetto. 
Vai qui, gira di la, sali su, scendi giù, svolta a destra… 3 ore di camminata irrefrenabile, tra "mi spiace è finito", e "abbiamo solo questo colore"… finchè alla Virgin mi accaparro il verde fluo e la faccio finita con questa domenica di fuoco. 
I miei compagni di sventura sono stremati; una volta effettuato il mio acquisto non oso fiatare, e mi rimetto a qualsivoglia desiderio abbiano loro maturato nel frattempo… 
Pure se mi chiedessero di passeggiare per altri 4 chilometri sotto al sole, cantando a squarciagola le canzoni di Renato Zero, non avrei modo di sottrarmi a codesto crudele destino…. 
Fortunatamente, l'espressione ultima delle loro volontà è quella di una pausa rinfrescante a casa di Irene, a pochi passi dal Mall….
Gioia pura per le mie orecchie, e godimento massimo per il mio nuovo telefono… che potrà usufruire di una rete wifi per avviarsi verso questa nuova vita insieme a me...
Per cena abbiamo appuntamento con un amico di Fra, che ci porterà al BARASTI, un bar/ristorante in riva al mare.
La cena non sarà delle migliori… e nemmeno il costo… ma cenare in riva al mare in una sera di Novembre, mentre in Italia indossano i piumini, non ha prezzo. 

GIORNO 4:
Finalmente ci siamo: oggi metterò piede, per la prima volta, all'interno di una moschea!

Ad Abu Dhabi, a circa un'ora di strada da Dubai, la famosissima moschea bianca apre giornalmente le porte ai suoi visitatori, che -previo adeguato codice d'abbigliamento- potranno girovagare lungo i porticati o all'interno delle sale adibite alla preghiera, fotografando lampadari, decori e corano. 
Io e Irene decidiamo di indossare dei pantaloni lunghi (rigorosamente larghi) e una maglietta a maniche corte. Portiamo con noi anche uno scialle da mettere sulla testa, qualora vogliano che il codice sia rispettato in piena regola…
In effetti, le regole di accesso sono ferree: Irene viene fermata all'ingresso, in quanto a braccia scoperte… e le chiedono di indossare l'intero abito tradizionale della religione islamica.
Io mi salvo in calcio d'angolo, grazie ad un giacchino leggerissimo e spiegazzato all'interno della borsa, che verrà in mio soccorso per tutelare allo sguardo famelico dell'uomo le mie pallide braccia. 
Francesco e Federico, neanche a dirlo… sono uomini, e a loro l'ingresso è consentito pure con t-shirt, purché le gambe villose vengano adeguatamente coperte da pantaloni lunghi. 
L'errore si presenta ai miei occhi non appena mi avvicino all'ingresso vero e proprio della moschea, prima del quale è richiesto a tutti i visitatori di depositare le proprie scarpe. Non ho pensato alla cosa, e non ho portato con me calze. 
Mi toccherà camminare a piedi nudi per un po'.
L'interno della moschea è incredibile: al soffitto lampadari da urlo, una luce riempie l'immenso salone della preghiera… L'atmosfera è invitante, ti verrebbe voglia di soffermarti un attimo di più… se non fosse per la gente tutta intorno e per la povera Irene che, sotto a quella specie di burqa, sente sciogliersi pian piano le membra…
Usciamo dalla moschea e ci soffermiamo a fare qualche foto nel cortile d'accesso e sotto il porticato. 
Delle indicazioni ci portano fin verso i bagni, naturalmente separati per sesso. Sembra di entrare in una spa, con quei marmi e mosaici ovunque. 
E' proibito far foto, ma l'occasione è troppo ghiotta e non me la lascio sfuggire. 
Finalmente riesco a liberarmi dello scialle tra i capelli e della maglia a manica lunga; Irene abbandona il suo burqa riconsegnandolo negli spogliatoi.
Ci avviamo, così, verso il QARYAT AL BERI, un elegantissimo souk (naturalmente finto) a pochi metri dalla moschea, all'interno del quale si può scegliere tra una vasta gamma di bar e ristoranti. 
Nel breve percorso al suo interno, mi innamoro perdutamente di un semplice braccialetto venduto presso una delle tradizionali bancarelle. L'idea di dover affrontare la gita al mercato dell'oro della città vecchia di Dubai mi fa desistere dall'istinto di acquisto, consapevole di trovare lo stesso pezzo ad un prezzo decisamente più vantaggioso. 
Quanti di noi, dopo aver effettuato un acquisto, ritrovano lo stesso oggetto ad un prezzo notevolmente più basso?
Quanti di noi, tra l'acquisto di un bracciale in una gioielleria o nelle bancarelle del mercato dell'oro, sceglierebbero la prima opzione?
Bene, amici… siccome io sono io… devo confessarvi di essermi amaramente pentita di quel non acquisto, dal momento che quella stessa tipologia di bracciale sarà completamente latitante tra le centinaia di bancarelle di negozianti del mercato dell'oro… E solo quella potrebbe essere un'ottima scusa per tornare giù ad Abu Dhabi e riprendermi il mio dono mancato. 
La città è attorniata da una miriade di isole naturali, alcune raggiungibili anche via macchina. 
In una di queste, Saadiyat Island, decidiamo di trascorrere un paio d'ore in riva al mare: sarà il primo e unico sole della vacanza. 
Il resto del pomeriggio lo trascorriamo a zonzo per le vie di Abu Dhabi, o meglio attraversando la corniche, il vialone che fa -appunto- da cornice al mare.
Ecco, una differenza con la vicina Dubai salta immediatamente all'occhio: qui il mare è valorizzato, fa parte della città e della cultura del posto, e viene sapientemente esaltato da questo viale pedonale e ciclabile, ricco di bar e vedute panoramiche.
A Dubai, invece, quasi dimentichi di essere sul mare. A meno che non ci si sposti verso Jumeirah, l'elemento mare è completamente assente da qualsiasi punto panoramico della città. Acme eclatante di questo enorme paradosso dell'edilizia urbana, tutta quella zona definita come Dubai Marina, che di marino nulla lascia intravedere agli occhi degli aitanti turisti: grattacieli sulla sinistra, viale di attraversamento automobilistico al centro e il mare sulla destra… si, ma celato alla vista di qualsiasi passante da enormi silos con funzione di parcheggio, o strutture alberghiere. 
Così ci si ritrova a camminare per la marina di una città senza scorgerne il mare…. 
Dalle Emirates Tower di Abu Dhabi il mare, invece, si scorge… eccome! Siamo in uno dei posti più chic per l'aperitivo: dalle vetrate della torre si scorge, di fronte, l'Emirates Palace, un esclusivissimo hotel da sogno, e tutt'intorno la città che inizia a vestirsi delle luci della sera.
Siamo anche fortunati, dal momento che solitamente la consumazione presso il bar risulta obbligatoria. Questa sera siamo noi a decidere cosa prendere e quanto spendere… non potrebbe andarci meglio. 
Il rientro verso Dubai ci vede spegnere sempre di più: siamo abbastanza sfiniti da una giornata intensa.
L'herpes di Francesco sembra non fare alcuno scherzo: resiste al calore e al vento… abbiamo rischiato, ma sembra esserci andata bene. 

GIORNO 5:
La Camaro rosso fiammante ci porta nel cuore della città vecchia di Dubai, da cui un battello partirà per la sponda opposta del Creek (il fiume che attraversa la città), fino a condurci nei pressi del mercato dell'oro e delle spezie. 
Ho la sensazione di essere andata indietro nel tempo, e di trovarmi nel cuore di Stone Town a Zanzibar, qualche anno prima… 
Che si chiamino mercati o souk, il filo conduttore di queste svariate fila di bancarelle a cielo aperto (o chiuso) è sempre lo stesso: il trionfo di colori e l'esplosione olfattiva delle spezie multietniche si intrecciano con il groviglio delle stradine attraverso cui si snocciola l'esposizione fieristica. 
Migliaia di volti e di mani ti richiamano ad una visita presso ogni singolo angolo di vendita, come se fosse il più esclusivo e originale del luogo.
In realtà, tutti vendono la stessa identica roba, assemblata nello stesso identico modo: pashmine, magliette, souvenir turistici, sacchettini profumati pieni dell'oro locale (lo zafferano)… e poi bracciali, collane, orologi…
In men che non si dica, finisce che ti ritrovi negli stanzini seminterrati o ben nascosti della gente del luogo, dove si spaccia per altamente qualificata una copia che, in verità, solo a stento richiama il marchio originale. 
La visita a questi posti si rivela sempre qualcosa al di fuori del mio "range" di gradimento… ma rispecchia le tradizioni locali, e a noi piace non dar mai nulla per scontato. 
Annotata anche quest'esperienza nel taccuino delle "cose da fare", ci dirigiamo al parcheggio e decidiamo di dedicare le prime ore di questo pomeriggio ad un giro in macchina della città.
Ripercorriamo i viali di Jumeirah e delle sue belle ville al mare, scopriamo il paradosso di Dubai Marina e torniamo a casa giusto in tempo per prepararci all'evento della serata: la visita al Burj Khalifa. 
Grazie ai consigli rimediati sul sito di "Turisti per Caso", riesco ad acquistare due biglietti per l'ascesa al grattacielo direttamente on line dall'Italia. 
Se non avessi acquistato i biglietti on line (pagati circa 25 euro l'uno), avremmo pagato molto di più una volta giunti all'ingresso del grattacielo (80 euro a testa!). 
Dal momento che l'attimo più bello per accedere al Burj risulta essere il tramonto, la disponibilità per la fascia oraria di metà pomeriggio era abbastanza limitata. 
Ero riuscita a rimediare due ingressi a tramonto già avvenuto, ma se non altro avremmo visto dall'alto lo spettacolo delle fontane danzanti, che si accendono di luci e musica ogni sera dopo le 18. 
Fortunatamente, all'orario prescelto, ci siamo trovati a fare solo una piccolissima coda per l'accesso agli ascensori: il percorso a serpentina disegnato dalla cartellonistica lascia, però, immaginare prospettive non eccessivamente rosee negli orari di maggiore affluenza. 
L'arrivo al piano previsto per l'osservazione dall'alto disvela l'ennesima delusione della giornata: siamo solo a poco più di metà di questo gigantesco palazzo, e la visuale che si gode da quassù non è per nulla differente da quella che si ha comodamente seduti dai divani dell'appartamento di Enrico. 
In poche parole, il prezzo non vale la pena… a meno che non si abbia la possibilità di salire su altre torri dei dintorni da cui osservare lo stesso identico panorama. 
Le fontane al di sotto iniziano, puntuali ogni mezzora, il loro spettacolo danzante: chiaramente diversa la prospettiva da quassù, che riesce a cogliere dettagli di movimento non visibili con lo sguardo altrimenti puntato alla base dei singoli getti d'acqua. 
La fame inizia a farsi sentire, oggi a pranzo un semplice spuntino. 
Prego perché le mie orecchie non risentano di questa discesa nel vuoto e, incontratici con l'intero gruppo, ci avviamo verso Jumeirah, al SOUK AL MADINA, dove sceglieremo di sederci ai tavoli di un ristorante Iraniano.
Enri conosce già quel tipo di cucina, dal momento che la sua fidanzata è Iraniana, quindi ci affidiamo a lui per consigli e suggerimenti in proposito. 
La cornice della cena è particolarissima: un'enorme veranda piena di tavoli e ristoranti affaccia lungo le acque di un canale artificiale, che naviga lo sguardo verso il Burj Al Arab, la famosa "vela" che ospita un lussuosissimo hotel. 
Qui tutto è artificioso, costruito, finto… ma è talmente fatto bene che ti vien voglia di credere che sia vero!
La serata termina in modo poco soddisfacente: giunti al parcheggio, notiamo un graffio nella fiancata della fiammeggiante Camaro. 
Evidentemente, qualcuno parcheggiato di fianco avrà avuto non troppi scrupoli nell'aprire i propri sportelli, e non ci resta altro che chiamare la polizia locale per registrare l'evento ai fini delle pratiche di noleggio. 
Sembra una banalità, ma quel piccolo graffio risplende sulla carrozzeria tirata a lucido della macchina: il pensiero di dover risarcire l'intero danno impedirà a Francesco di dormire sonni sereni per quella notte.

GIORNO 6:
L'avvenimento della mattinata è, ovviamente, la restituzione della macchina al noleggio. 
Francesco è ansiosissimo, e sceglie di essere accompagnato da Enrico. 
Molto meno ansiosi i tizi dell'autonoleggio, che sembrano nemmeno notare il graffio presente sulla fiancata e consegnano i documenti per la restituzione della vettura.
Possiamo tirare un sospiro di sollievo… e prepararci alla solita colazione vista Burj e piscina da Paul. 
Per la mattinata non abbiamo nessun programma nello specifico: io mi aggiro per il souk (anch'esso finto ma meraviglioso) di fronte al Mall; Fra ed Enri, invece, fanno la spesa per la serata. 
Il programma del pomeriggio/serata prevede, infatti, una delle esperienze più eccitanti di questa mini vacanza dubaiese: la gita nel deserto!
Veloce spuntino per strada, a base di pita carne e formaggio, e via a "raccogliere" a destinazione gli altri due protagonisti di questo pomeriggio escursionistico.
Potete immaginare come mi senta io su questo mega "gippone", in compagnia di quattro maschi da strapazzo, con il pensiero costante al piede sul pedale dell'acceleratore per la prova del "balzo sulla duna".
Si, perché naturalmente la generosità e il cuore di Enri vuole che anche gli altri baldi giovani provino l'ebbrezza dello scorrazzamento su per le dune del deserto: qualche volta mi troverò a scendere giù dalla macchina per evitare il coinvolgimento in questa folle danza attraverso la sabbia, specialmente quando ci troveremo ad affrontare una discesa totalmente scoscesa.
Sarà l'occasione per filmare le imprese di questi eroi per caso.
Il senso di libertà che mi regala il paesaggio, però, è impagabile: il sole che tramonta dietro la distesa di sabbia, le dune dei cammelli in lontananza, il vento che mi scompiglia i capelli….
Penso che domani dovrò andar via, e sarò pure sola! Francesco e il suo herpes hanno stretto un patto di fratellanza, per cui -di fronte all'inequivocabile assenza di peggioramenti- lui cambierà la prenotazione del suo viaggio di rientro per soffermarsi ancora qualche giorno in compagnia dei suoi amici. 





Le sere prima di una partenza hanno sempre tutte lo stesso sapore: nostalgia e ricordo dei bei momenti passati…
L'odore della carne arrostita lì in mezzo al deserto stuzzica il mio appetito e mi distoglie dai malinconici pensieri. 
E' stellato il cielo sopra di noi, ovattato il silenzio che ci circonda…
I ragazzi si perdono in mille ricordi di vite passate, io torno ai miei…
Il thè caldo aromatizzato alla menta mi rinfresca il palato e scalda il mio cuore…
Quanto è bello viaggiare, scoprire, fare nuove esperienze… 
Vorrei non smettere mai.

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