Assidua lettrice di racconti di viaggio (dei Turisti per Caso), e recensore costante su Trip Advisor per quel che riguarda hotel, ristoranti e posti da visitare… Questa sono io, e la mia idea di racchiudere in un'unica pagina, la mia, tutti gli svariati contributi relativi ai miei viaggi nel mondo reale e in quello del gusto, di modo che esperienze, sensazioni, colori, sapori e giudizi possano insieme mescolarsi nel diario di un'esperienza di vita.

Panico da viaggio? Ci penso io! Sarò lieta di aiutarvi in ogni piccolo aspetto organizzativo… Scrivete sul blog o alla seguente pagina facebook: www.facebook.com/viaggiarecongiudizio

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domenica 2 giugno 2013

VENEZIA E I COLORI DELLA LAGUNA

Venezia... fino all'agosto dello scorso anno era una meta tabù.
Non ho mai nutrito l'interesse nel visitarla, soggiogata completamente da una serie di pregiudizi.
Può una “terrona” sentirsi bene a Venezia?
In fondo, qualcosa che la accomuni alla mia città esiste... ad essere sinceri, anche più di qualcosa...
Tanto per cominciare, il mare... questa estensione di acqua che sembra voglia entrare fin dentro la sua anima...
I maestosi palazzi e il barocco che si affaccia dai balconi dei canali....
Lucia... la nostra martire e la loro... un'antica lotta per il possesso delle sue spoglie, ma un'unica devozione per l'umile santa, protettrice della vista.
E una frase che mi arriva dritta al cuore: “se ami Ortigia e i suoi vicoli, non puoi sfuggire ancora a lungo a Venezia e le sue calle”.
Prenotiamo tre giorni nella metà di Agosto, gli unici che io e Francesco riusciamo a far coincidere. Scegliamo la soluzione treno, più comoda e diretta al cuore della nostra meta.
Mi basta scendere i pochi scalini della stazione ferroviaria per ritrovarmi davanti ad uno scorcio del canal grande, e capire quanto la stupidità dei miei pregiudizi mi abbia precluso in passato: la città si prospetta meravigliosa nella sua totale diversità da quanto esista al mondo. 
Il vaporetto che ci conduce al nostro albergo procede lentamente lungo il canale, e tra una fermata e l'altra rimango incantata dall'eleganza dei palazzi che si affacciano rigorosi sulle acque veneziane. E mi colpisce la quantità di persone che brulicano in giro, di nazionalità e culture totalmente differenti e tanto lontane, eppure tutte li nello stesso istante, per lo stesso luogo.
Mi fermo a pensare quanto possa essere incredibilmente difficile la vita di un vero veneziano: code interminabili alle fermate dei vaporetti, mentre io aspetto beatamente di andare in giro e perdermi tra le acque di questa meraviglia, dietro di me potrebbe scalpitare nervosamente chiunque debba spostarsi per raggiungere un luogo di lavoro, o la propria casa...
Per non parlare della mischia che ti assale ad ogni passo: è come se quelle strade, quei palazzi, quelle acque, quei luoghi non appartenessero più ai veneziani, per un' ormai totale impossibilità di usufrutto. E la triste conferma ci giunge dalle parole di uno degli addetti alla reception del nostro hotel: sono pochi i coraggiosi che sopravvivono a Venezia; la città, vivibile e praticabile, si è spostata nei dintorni, come Mestre.

3 su 5 stelle

Per il mio primo soggiorno a Venezia desideravamo un hotel elegante, localizzato in una delle tante dimore storiche della città. 
L'hotel Giorgione sembrava offrire ciò ad un prezzo abbastanza abbordabile, e pagando una differenza, abbiamo prenotato la stanza "Prestige", di ben due categorie superiori alla "Classica".  
Notevole il disappunto nel vedere la nostra camera: gli scarsi complementi di arredo restituivano l'immagine di una camera spoglia, senza il carattere del tipico stile veneziano. A giudicare dalle foto inserite sul sito, sarebbe stato decisamente meglio prenotare una camera Classic, molto ben arredata, spendendo di meno.
 
Ad ogni modo, posizione perfetta per una visita della città a piedi o in vaporetto e personale di accoglienza ineccepibile.
 
Tornerei solo prenotando la tipologia base della camera


Deludente anche il pranzo nell'adiacente ristorante:


2 su 5 stelle
Ci siamo soffermati in questa "osteria" il giorno del nostro arrivo a Venezia, mentre aspettavamo che le nostre camere (al vicino hotel) fossero pronte per effettuare il check in. 

Incuriosita dalle tante recensioni lette sulle specialità culinarie di Venezia, decido di provare i famosissimi cicheti, antipasti tipici prevalentemente a base di pesce. Ma mi si presenta un misero piatto decorato quà e là da cucchiaiate di cibo: comprendo la forma e l'apparenza, ma per 16 euro avrei preteso di più, se non altro di alzarmi da tavola quantomeno sazia!
 Insomma, per un paio di cicheti, ti alzi dal tavolo alleggerita in tutti i sensi!
Purtroppo la media dei prezzi a Venezia, in generale, è abbastanza alta, soprattutto per quanto riguarda questo famoso piatto di antipasti misti, ma quello dell'osteria Giorgione non può reggere il confronto con quelli (ben più abbondanti e deliziosi) di altre osterie/trattorie della città. 


L'hotel e l'enoteca si trovano nel quartiere di Cannaregio, molto centrale e ben posizionato per raggiungere i punti nevralgici della città.
Anche passeggiando senza meta, è impossibile non sbucare davanti al ponte di Rialto o nella vicina Piazza San Marco: il flusso dei visitatori è quasi meglio dei cartelli stradali, basta accodarsi e il gioco è fatto! 
Migliaia di persone sostano nelle zone “must” della città; chissà come sarebbe fotografare la gremitissima piazza centrale dall'alto di un elicottero.
Basta, però, imboccare una delle tantissime calle laterali che la fiumana di persone svanisce, e ti ritrovi quasi completamente solo, nel cuore del mese di agosto, a passeggiare tra cortili, arbusti e il rumore di stoviglie proveniente dalle finestre aperte dei pochi palazzi abitati.
Venezia è davvero strana: ti sorprende con questi scorci di vita autentica, nelle sue calle assolate e silenziose per poi risucchiarti nella bolgia di San Marco e nella sua totale impersonalità, fatta di flash fotografici, zaini in spalla, cartine alla mano e sguardi smarriti.
Ma i turisti lo sanno che al di là di quella piazza, seppur strepitosa, esiste un'intera città da visitare?
Percorriamo le calle in lungo e largo, sbucando davanti a chiese maestose e fabbriche di gondole.
Saltare su e giù da un battello all'altro è uno spasso. Dal canal grande a quelli secondari, fino a raggiungere il quartiere della Giudecca, su un piccolo isolotto situato di fronte alla città, attraversando il tratto di mare da cui si gode di un panorama eccezionale.
Qui sembra concentrarsi la vita del veneziano: palazzi meno signorili ma proprio per questo abitati da gente “normale”, lontano dal caos della città. Sicuramente è una valida alternativa per quei nostalgici, che ancora non riescono a scambiare la loro autentica e marinara Venezia con i paesi circostanti costruiti su terraferma.
Al rientro, il vaporetto ci ferma davanti alla chiesa di Santa Lucia: sento il bisogno di chiedere due cose a “Luciuzza bedda”, e via di corsa per una cena su un tavolino ai bordi di un piccolo canale nel cuore di Venezia:


3 su 5 stelle
Location molto bella, passando per lo splendido ghetto ebraico, con i tavolini lungo uno dei canali minori di venezia, lontano dal frastuono dei turisti.
 Buono il piatto di cicheti. 
Prezzi allineati alla media

Immancabile il giro notturno in battello, per cogliere lo splendore della città sotto le mille luci. Le acque dei canali riposano dallo scorrere incessante delle gondole. Le strade ci avvolgono nel loro silenzio, il frastuono di qualche ora prima sembra solo un lontano ricordo... 
La mattina seguente, dopo una piacevolissima colazione nel cortile interno dell'albergo (qualcosa di positivo l'avrà pure avuta sto posto!), decidiamo di imbarcarci alla volta delle tre isolette minori disposte a nord della laguna: Murano, Torcello e Burano.
Murano ci accoglie in un afosissimo pomeriggio di sabato, con le sue fabbriche di vetro ahimè chiuse ma tanti negozietti dove poter mirare i piccoli capolavori di vetro soffiato.
Devo ammettere che io e Francesco non siamo dei grandi estimatori di questo genere d'arte, quindi la passeggiata tra le vetrine scorre -per sua fortuna- in maniera rapidissima, finalizzata al raggiungimento dell'obiettivo che, invece, più appassiona entrambi: il cibo.
Decidiamo di affidarci completamente a Trip Advisor, ma la scelta non si rivela un granché eccezionale.
In effetti, nei tre giorni di fuga lagunare non abbiamo assaggiato chissà cosa della tanto decantata cucina veneziana. Preferisco non imputare la "colpa" alla cucina in sé, quanto ad una scelta sfortunata dei locali. 


          TRATTORIA VALMARANA
3 su 5 stelle
Ci ha accolti con i suoi pochi tavolini lungo uno dei canali dell'isolotto, con cibo abbondante e discreto. Prezzi nella media per quel che riguarda i locali del posto (notevolmente cari in tutta la laguna). 


Subito dopo pranzo, riprendiamo il battello alla volta di Torcello, questa piccolissima isola quasi disabitata e completamente selvaggia, dove passeggiare dal piccolo molo fino al sagrato della chiesa sarà l'unica attività che vi concederete. Tanto silenzio (a parte il vocio degli altri gitanti) e la natura tutt'intorno. 
Per godere a pieno di questa pace, non perdete la pausa ristoro al bar vicino la chiesetta, il VILLA 600, circondato da un bel giardino curato costellato da eleganti divani e tavolini. 
Ultima tappa di questo tour, la coloratissima e splendida Burano. 
Costeggiando l'isola si scorgono queste costruzioni dai colori sgargianti, che ti trasmettono allegria e voglia di perderti nelle poche stradine di questo magico mondo a pastello.
Nei forni dell'isola potrete assaggiare il tipico biscotto del posto, il buranello, che però non ha soddisfatto il mio seppur poco esigente palato.
A Burano non smetteresti mai di fare foto: a te stessa a ridosso di un muro rosso fuoco, alla siepe di gelsomini bianchi che circonda una casa tutta rosa, alle finestre verdi di una palazzina blu cobalto: è come se, abbandonando quest'isola, il mondo perdesse improvvisamente i suoi colori. 



Allora ecco che il cielo si tinge di quell'arancio tipico dei più bei tramonti, per scortarci senza troppa nostalgia sul battello che ferma al Parco delle Rimembranze di Venezia, dal quale godremo dello spettacolo del sole che tramonta lungo il Canal Grande, dietro i più bei palazzi della città. 

Per l'ultima serata, ci affidiamo ai consigli dello staff del nostro albergo, e scopriremo uno dei posti più autentici di questa città, frequentato soprattutto da gente locale. 
Eppure la fregatura sembra dietro l'angolo.... 


         TRATTORIA STORICA
3 su 5 stelle
Localizzata nel tranquillo quartiere di cannaregio, questa trattoria ci è stata consigliata dai nostri albergatori. 

Dopo aver elencato gli antipasti da prendere, richiediamo il risotto di mare per due persone, ma il cameriere ci stupisce dicendoci che l'ordine per il risotto è appena partito dalla tavolata a fianco, lasciandoci intuire che non sarebbe stato possibile farne un altro. Guardiamo l'orologio e sono neanche le 21:30: impensabile che non si possano più accettare richieste per risotti.  Perplessi, ci rivolgiamo al cameriere spiegandogli che il motivo per cui siamo seduti a quel tavolo è proprio quel piatto, allora lui ci congeda rientrando in cucina per chiedere informazioni. Quando torna al tavolo comunica di averci inserito nell'ordine del tavolo di fianco, per cui il risotto sarebbe stato servito nel giro di 5 minuti. Al che, ovviamente, annulliamo gli antipasti, pronti per gustarci immediatamente il nostro primo piatto. 
E sapete cosa? Dopo due minuti torna al tavolo dicendoci che lo chef avrebbe preparato un risotto espresso proprio per noi due, lasciandoci il tempo di gustare i nostri antipasti!!! Cosa non si fa per vendere!!!! Di fronte alla possibilità di perdere il guadagno su due antipasti, la possibilità di un risotto espresso per due è diventata immediatamente realtà!!

Ovviamente il timore era che quel riso espresso fosse in realtà tolto dalle porzioni della tavolata di fianco e riscaldato per presentarlo a noi una volta terminati i nostri antipasti. Ma ti rendi subito conto se un risotto è stato preparato sul momento o semplicemente riscaldato: e il nostro era davvero ottimo, quindi assolutamente fresco.

Ne vale la pena se non vi fate sopraffare dalla "furbizia" del ristoratore (o del semplice cameriere).


Seduti ai tavolini del ristorante, un improvviso scroscio di pioggia ci coglie di sorpresa. 
Ma Venezia ha un fascino particolarissimo anche sotto la pioggia, di austerità mista a malinconia e tristezza. Così aspettiamo che la furia temporanea si plachi, per rientrare al nostro hotel passeggiando tranquilli tra le calle rese deserte dalla pioggia inattesa di un Sabato sera, per la gente carico di aspettative ormai deluse.
Il sole torna a risplendere il mattino seguente, offrendoci la possibilità di congedarci dalla città dopo l'ennesima splendida passeggiata tra le sue innumerevoli calle... 

...e un'immancabile giro in gondola!













L'ultima tappa del non troppo soddisfacente viaggio culinario ci vedrà, invece, ospiti della 

        TRATTORIA DA BEPI
4 su 5 stelle
Per un pranzo veloce e senza troppi fronzoli. 
Abbiamo preso soltanto due primi piatti: la mia pasta con le vongole era squisita, molto ben condita.
Sicuramente da provare le altre specialità .


Il momento del rientro a casa non è mai portatore di gioie di particolare intensità. 

Tuttavia, qualcosa ho imparato: che viaggiare è un'esperienza sensoriale a 360°, cui lasciarsi andare totalmente abbandonando ogni tipo di pregiudizio. Solo così, i colori di un posto potranno avvolgere il tuo cuore e i tuoi occhi, dipingendo un quadro sempre nuovo e dal valore inestimabile. 





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