Assidua lettrice di racconti di viaggio (dei Turisti per Caso), e recensore costante su Trip Advisor per quel che riguarda hotel, ristoranti e posti da visitare… Questa sono io, e la mia idea di racchiudere in un'unica pagina, la mia, tutti gli svariati contributi relativi ai miei viaggi nel mondo reale e in quello del gusto, di modo che esperienze, sensazioni, colori, sapori e giudizi possano insieme mescolarsi nel diario di un'esperienza di vita.

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mercoledì 3 luglio 2013

SARDEGNA... day 3 (Oristano)


Il cielo è grigio, sembra di essere tornati a Malpensa... 
Quest'estate, dopo un assaggio di sole nei giorni scorsi, sembra non voler proprio decollare.
Il programma di oggi prevede la discesa fino a Bosa, piccolo borgo a metà tra Alghero e Oristano, sfruttando una bellissima strada panoramica che costeggia il suddetto tratto di costa.

Purtroppo le nuvole non ci faranno godere a pieno degli anfratti e del mare apparentemente poco cristallino, ma merita davvero il passaggio in macchina sotto una pseudo galleria scavata su uno sperone di roccia.


Giunti in prossimità del paese di Bosa, un raggio di luce sembra rischiarare la nostra giornata... In realtà sono le tinte pastello degli edifici di un borgo tutto a colori, impresso in decine di ritratti dalla mia macchina fotografica, mentre Panda Pazza si inerpica su per il tornante che congiunge Bosa a Macomer, fino a Santu Lussurgiu, per poi da lì addentrarsi lungo la valle del Tirso. 
Da Paulilatino a Fordongianus, una serie di stradine interne circumnavigano il fiume, fino poi ridiscendere verso Oristano. 
Il sole, stavolta, non è solo un miraggio... Pian piano decide di far capolino e guidarci fino alla scoperta della stravolgente penisola del Sinis.
Stravolgente perché è qui che mi imbatto in scorci paesaggistici mozzafiato e in paesi che sembrano intrappolati nel tempo. 
Lasciato alle nostre spalle lo stagno di Cabras (anch'esso, ahimè, privo di qualunque vita riconducibile alla specie del fenicottero rosa), imbocchiamo la stradina per Is Arutas, secondo la guida una delle spiagge più interessanti di tutta l'isola perchè dotata, assieme alla vicina Mari Ermi, di una spiaggia composta da grani di quarzo.
La spiaggia in sè si rivela abbastanza deludente, invasa da una fitta colonia di insetti e moscerini di qualsiasi tipo.
Nulla di interessante nemmeno dal punto di vista fotografico, così decidiamo di spingere la nostra amata pandina su per le strade sterrate che portano alle falesie di Su Tingiosu, appena sopra Mari Ermi: qui il paesaggio cambia notevolmente, assumendo una connotazione fotografica decisamente più interessante, per la presenza di un mix di colori che variano dal fango delle strade sterrate al verde dei campi coltivati, dal dorato delle distese di grano fino al blu dell'acqua del mare. 
E' sulla strada di rientro che mi imbatto in uno dei posti che più mi toccano il cuore: il paese di San Salvatore. Definirlo paese potrebbe sembrare un eufemismo. 
Si lascia la macchina nel piccolo parcheggio di fronte al bar/ristorante, e a piedi ci si perde tra le stradine di questo inquietantissimo borgo abbandonato da tutto e tutti... La via "principale" sfocia nella piazza con la chiesetta centrale. Tutt'intorno abitazioni serrate, un silenzio di tomba e l'idea di essersi dispersi da qualche parte nel nulla. Non a caso, in passato, questo paese si è prestato come set per pubblicità dalla connotazione western.
Ciò che ti colpisce, a contrasto della sensazione di solitudine e abbandono, è lo stato di porte e infissi di questa schiera di case tutte ad un piano, che sembrerebbero poi abbandonate non da chissà quanto tempo.  E mentre mi perdo tra una foto ed un'altra, il silenzio quasi mistico viene improvvisamente rotto dalle urla di tre ragazzine festanti, che come miraggi o fulmini a ciel sereno piombano sul nostro palcoscenico dal ciglio di una piccola porta.
Piccole casette, un tempo appartenute ai lavoratori nei campi agricoli della zona, adesso reinventate a mò di dimora estiva per il fine settimana. 
Questo è, oggi, San Salvatore... un paese che non si può dimenticare.

La luce del giorno sta per cedere il passo al tramonto. 
Ho letto che dall'estrema punta del Sinis si goda di uno dei più bei panorami dell'isola, con lo sguardo che a partire dalle rovine dell'adiacente Tharros va pian piano a perdersi sul faro a picco sul mare.      Dopo i 1.312 gradini del giorno precedente alla grotta di Nettuno, non vorremo mica perdere i 5 km a piedi attorno al capo San MarcoLa passeggiata su sterrato e corollario di arbusti mi rigenera: alla mia sinistra l'ennesima torre spagnola, di fronte il faro... alle mie spalle le rovine greche e tutt'intorno una distesa di mare. 
Sarà uno dei più bei sentieri percorsi nell'isola. 

Il vento soffia, i capelli sono sempre più ingarbugliati. 
Il desiderio di una doccia prende forma, ma siamo dal lato opposto di Oristano, e il nostro b&b è ad ulteriori quindici minuti di macchina dalla città (zona Marrubiu). 

4 su 5 stelle

La struttura, esternamente, sembra un tantino trascurata, con il giardino lasciato un pò a se stesso. La nostra camera, però, era molto ampia e confortevole, attrezzata anche per ospitare persone disabili. 
Bella la piccola stanza riservata alle colazioni: rustica e accogliente. 
Ottima l'accoglienza. 
Ad un quarto d'ora di macchina da Oristano, su strada veloce.

Quindici minuti su strada veloce... ok... 
Ma sono già le 19:30 di un sabato sera e la fame (postumo della camminata e di un pranzo leggero) inizia a farsi sentire. 
Archiviata l'idea di una toccata e fuga (in realtà poco toccata e molto fuga) nella nostra confortevole camera, ripongo l'unica speranza nel centro commerciale all'uscita della città... avrà sicuramente un parrucchiere ancora aperto al suo interno, che possa per lo meno rispondere all'esigenza anche solo di una cute pulita!
Bene, sappiate che l'unico all'interno della struttura ha chiuso da un po'...
Se dunque vi venisse in mente di sognare una chioma sensuale e soffice al tatto (tralasciando un corpo frustrato da circa due ore di camminata), di sabato sera, a Oristano... farete bene a non svegliarvi dal sogno. 
L'unico epilogo al vostro piccolo dramma personale sarà quello di una cena in condizioni "selvagge", magari appena fuori dalla città.

4 su 5 stelle

Ottima trattoria a base di pesce, gestita da due ragazzi simpaticissimi, che mettono anima e passione in tutto ciò che offrono.

Pochi tavoli e ambiente rustico; tra una chiacchiera e l'altra con i due ragazzi in sala, potrete assaggiare dei gustosissimi spaghetti alle vongole e un fritto misto tutt'altro che congelato... si vede dalla panatura e dalla forma irregolare, che conferiscono un gusto eccezionale. 

Interessante, a vederlo nei tavoli a fianco al nostro, anche l'antipasto: ricchissimo di portate e variegato... è il loro punto d'inizio per la cena, che noi abbiamo declinato perché non eccessivamente affamati. 

Un suggerimento riguardo le patatine, che in un posto così andrebbero rigorosamente tagliate a mano: darebbero quel tocco di "casereccio" in più, ad un locale che punta tutto sulla cucina casalinga.


L'allegria dei ragazzi che lavorano nel locale salverà i vostri brutti pensieri, e la celerità del loro servizio vi condurrà alla vostra sistemazione in camera giusto in tempo per il tanto agognato flusso d'acqua purificatore. 

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