Assidua lettrice di racconti di viaggio (dei Turisti per Caso), e recensore costante su Trip Advisor per quel che riguarda hotel, ristoranti e posti da visitare… Questa sono io, e la mia idea di racchiudere in un'unica pagina, la mia, tutti gli svariati contributi relativi ai miei viaggi nel mondo reale e in quello del gusto, di modo che esperienze, sensazioni, colori, sapori e giudizi possano insieme mescolarsi nel diario di un'esperienza di vita.

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martedì 16 luglio 2013

SARDEGNA... day 4 (la Giara... e i suoi imprevisti!)


Domenica mattina... il terrore mi si dipinge in faccia al suono della sveglia... 
La passeggiata a cavallo ci aspetta... 
Quando ero piccola, soprannominavo i cavalli "denti duri": odiavo il loro muso, quell'indole ribelle e le zampe mai ferme...
Ma Francesco la pensa diversamente: lui, da piccolino, a cavallo ci sapeva pure andare, seguendo le orme del padre... e non vorrebbe perdersi l'atmosfera di una passeggiata a cavallo all'interno della Giara di Gesturi.

Le Giare sono degli altopiani situati al centro dell'isola, ricchi di vegetazione, qualche lago e popolati dalla specie dei cavallini selvatici, parenti di quelli dai denti duri, ma più piccoli di stazza... e selvaggi...
La Giara di Gesturi ricorda un pò il paesaggio della savana africana, e la passeggiata al suo interno andrebbe vissuta come un piccolo safari.
Mi verrebbe voglia di seguirli a piedi, ma il percorso pedonale si discosta parecchio da quello che stanno per intraprendere.
Francesco ha conosciuto Gianni tramite internet, semplicemente cercando persone che organizzassero, appunto, gite a cavallo in una delle giare.
E Gianni, piccolo uomo sardo, un tempo frequentatore a livello agnostico di ippodromi, oggi vive a Gesturi con la moglie ex milanese, a pieno calatasi nelle tradizioni del posto, e organizza passeggiate a livello amatoriale per turisti più o meno esperti. 


Impaurita salgo sulla mia cavalla, che docile segue quella di Gianni, e a sua volta precede quella di Francesco.
Il maschio del branco ci segue libero, pronto ad azzuffarsi di volta in volta con i capi branco dei cavallini selvatici che incontriamo durante il tragitto. 
Tra alberi, arbusti, capanne di pastori e laghi imparo a conoscere l'aglio selvatico, la salvia campestre (dalle sfumature viola del fiore, simile alla lavanda) e tocco la spugnosità di un fungo al riparo sotto ad una roccia.
Poi, trovo anche il coraggio di lasciare le redini del mio destriero per impugnare la fotocamera del mio iPhone ed immortalare qualche momento. 
Per un'ora di passeggiata, un onestissimo prezzo di € 13 a testa... ma giuro che, se avessi potuto, avrei continuato ancora a lungo, sciolta ormai in una piccola dose di fiducia nei confronti della mia cavalla e nella figura di accompagnamento di Gianni. 
E' a lui che chiediamo consiglio per il nostro pranzo: dopo giorni di pesce, vogliamo concederci un bel pasto di terra, possibilmente in qualche struttura agreste della zona. 
SU MASSAIU sembra il posto perfetto:

3 su 5 stelle

Bellissimo casale con un graziosissimo chiostro attorno ad una piscina. 

L'attesa per il pranzo avviene proprio sotto al chiostro; non appena la sala è pronta, si aprono le porte e ci si può accomodare.

Il menù è a base di prodotti locali: formaggi e salumi precedono una squisitissima fregola (tipica pasta sarda) alla contadina, per poi completare con assaggi di carne alla griglia, tra cui il porceddu.

Si chiude con un dolce a base di uva passa, miele e mandorle.

Buona la qualità del pasto, ma per il prezzo -28 euro a testa- mi sarei aspettata qualcosina di più.


Poco distante, il famoso nuraghe di Barumini: ci accostiamo al piazzale, ma l'idea di una visita guidata ci fa desistere dall'intento, e proseguiamo su per il Monte Arci
Appena passato il paese di Ales, imbocchiamo la prima strada a destra, e ci inerpichiamo in una strada in salita. 
Un attimo di sosta, una boccata di aria, ma il cielo all'orizzonte è minaccioso... Per di più, il posto non ci trasmette le vibrazioni che vorremmo...
Riprendiamo, quindi, la discesa e ci dirigiamo verso Terralba e il vicino Capo Frasca.
L'idea è quella di percorrere le stradine attorno agli stagni, per poi giungere alla punta estrema della penisola; ma dei divieti di accesso e dei segnali di zone a traffico limitato frenano la nostra corsa. Scendiamo giù per il parco minerario, passando da Pistis e Torre dei Corsari, per poi approdare in un paesino scognito ai più, ma dal nome simpatico e accattivante per chi di professione fa il volatile.
Parlo di Arbus, e della struttura gestita da Tommaso e famiglia, che ci ospiterà per la nostra quarta notte sull'isola:

Arbus non sarà di certo il cuore pulsante della vita sarda... eppure è in posizione comodissima per la visita all'ampia zona mineraria adiacente (Buggerru, Porto Flavia....) e alla spiaggia di Is Piscinas (famosa per le sue dune di sabbia).

Il Quinto Moro è un b&b ricavato su una casa a due livelli, dove è proprio il secondo piano ad offrire 3 comode camere da letto ai viaggiatori.
Esternamente, la casa non comunica nulla di che: è solo entrando all'interno del piano riservato al b&b che ci si trova di fronte ad un ambiente curatissimo nel minimo dettaglio (basti pensare agli album fotografici della struttura, con la copertina ricamata), in stile molto rustico ma al tempo stesso sofisticato.

La simpatia e l'accoglienza di Tommaso e del padre rendono ancora più confortevole il vostro soggiorno.

E' ad Arbus, nella tranquillità della nostra camera, al termine di una giornata di escursioni, che incontro per la prima volta qualcosa che turberà il resto della mia vacanza.
Qualcosa di nuovo sulla mia pelle, chiaramente percepibile al tatto, dalla forma simile a quella di un neo... ma in un posto in cui fino al giorno prima non era presente alcun neo...
E' lei... la "regina" incontrastata di Sardegna... la zecca!
Devo averla presa andando a cavallo. 
Sta lì immobile, Francesco prova a tirarla via, ma non ne vuol sapere di staccare le zampe dal mio pancino.
Uno, due, tre... finalmente viene via... lasciando il posto ad una ricerca smaniosa di ulteriori tracce o presenze nei vestiti del giorno, nelle scarpe, perfino nelle lenzuola profumatissime di questo b&b...
E le dita si rincorrono voracemente sulla tastiera del telefono, alla ricerca di soluzioni plausibili e trattamenti post morso di zecca.
La prima cosa che riteniamo di fare è quella di avvisare Tommaso, il ragazzo che gestisce la struttura di cui siamo ospiti.
Vedo il terrore dipingersi nei suoi occhi; penserà sicuramente all'incolumità della sua splendida e immacolata struttura e si offre di accompagnarmi in guardia medica, per accertarsi che Francesco abbia rimosso l'animale senza lasciare all'interno zampe o frammenti, ad alto rischio infettivo.
L'incontro col medico di Arbus ha un che di inquietante... non so se sentirmi più protagonista di un film dell'orrore o di una commedia. 
Nessuna curiosità verso la ferita, non mi chiede nemmeno da quale parte del corpo sia stata rimossa la zecca; mi dice solo di aspettare una decina di giorni, tempo necessario di incubazione per un'eventuale febbre infettiva. 
Il mio sguardo quasi lo implora a guardare la piccola crosticina che sta per formarsi lì dove c'era la bestiaccia, ma lui sembra più interessato al dolce far nulla.
Così esco dalla stanza, accolta dallo sguardo incuriosito dei miei baldi accompagnatori, cui non posso di certo regalare una simile delusione: mi limiterò a dire che tutto è andato bene e che non c'è alcun resto malefico dentro di me.
Sento sospirare di sollievo Tommaso: l'igiene del suo b&b è salva e immacolata.
Ma al rientro in camera mi "consiglierà" di gettare in un sacco gli indumenti "affetti" e riporlo nel cofano della macchina, augurandosi che io possa riaprirlo quanto più lontano possibile da Arbus e la sua struttura.
Una volta soli, confesso a Francesco l'incontro col medico; e decidiamo di sentire il parere di qualcun'altro, dirigendoci nella vicina Guspini.
Finalmente qualcuno mi guarda, conferma l'assenza di alcun residuo e ribadisce l'attesa delle due settimane. 
Il resto della vacanza sarà un timer a scorrimento veloce ed impaziente.

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