Assidua lettrice di racconti di viaggio (dei Turisti per Caso), e recensore costante su Trip Advisor per quel che riguarda hotel, ristoranti e posti da visitare… Questa sono io, e la mia idea di racchiudere in un'unica pagina, la mia, tutti gli svariati contributi relativi ai miei viaggi nel mondo reale e in quello del gusto, di modo che esperienze, sensazioni, colori, sapori e giudizi possano insieme mescolarsi nel diario di un'esperienza di vita.

Panico da viaggio? Ci penso io! Sarò lieta di aiutarvi in ogni piccolo aspetto organizzativo… Scrivete sul blog o alla seguente pagina facebook: www.facebook.com/viaggiarecongiudizio

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mercoledì 30 aprile 2014

SIRACUSA… a 4 zampe

Nemmeno una settimana dopo l'ingresso di Paros nelle nostre vite, mi accingevo a prenotare il suo primo viaggetto aereo, sfruttando un blocco di ferie preso per Febbraio.
E quale destinazione, se non la mia terra?
Avrei permesso a Paros di circondarsi dei profumi e dei paesaggi con cui sono cresciuta, e che fanno parte di ogni singolo battito del mio cuore.
Non vedevo l'ora!
Ma come avrebbe accolto la mia città l'arrivo di un cane? Avrei dovuto chiudermi in casa con lui, limitando la sua presenza sulle strade e i marciapiedi solo per i fisiologici bisognini del caso?
E come avrei gestito la cosa in famiglia? Mia mamma e mio papà, amanti degli animali... si, ma solo da esterno!
Impensabile per i miei ospitare all'interno del loro appartamento un peloso con le sue piccole abitudini e i suoi caratteristici odori.
La reazione della città l'avrei scoperta soltanto al mio arrivo.
La soluzione alla convivenza in famiglia, invece, andava pianificata per tempo. Sarei andata a dormire nella villa al mare, così mi sarei occupata personalmente di ogni piccola “marachella” parossiana... (semmai ce ne fosse stata qualcuna).
Non restava che prenotare il biglietto.
Già... il trasporto in aereo... Con chi viaggiare?
Purtroppo, la mia compagnia non effettua trasporto di animali né in cabina né in stiva.
Così mi sono rivolta alla concorrenza, valutando prima qualsiasi documentazione in merito al trasporto.
Ho scoperto, dunque, che con Alitalia avrei potuto comodamente viaggiare dall'aeroporto di Malpensa verso Catania pagando appena 20 euro a tratta per il mio animaletto, ma le dimensioni massime del trasportino avrebbero comportato una notevole compressione alla già moderata stazza del mio peloso....
Viaggiare in cabina ok... ma non in condizioni di massima sofferenza!
Meridiana, invece, avrebbe consentito il trasporto in cabina di una borsa per animali dalle dimensioni superiori, partendo -però- dall'aeroporto di Linate e maggiorando il costo del biglietto di 40 euro in più a tratta.
Compromesso che ho scelto di accettare, per permettere a Paros un viaggio più confortevole all'interno di un trasportino più ampio.
Acquisto effettuato, vaccino anti rabbia completato e passaporto ritirato....
Il primo Febbraio io e Paros eravamo prontissimi per questa nuova avventura volante!

SABATO 1 FEBBRAIO
Aereo alle 12:55 da Milano Linate; partenza da Milano Malpensa alle 8:10 con il Malpensa Shuttle, l'autobus diretto alla stazione centrale, da cui poi avrei preso la navetta per raggiungere l'aeroporto di Linate.
Rendo consapevole l'autista della presenza di Paros, e chiedo se sia necessario metterlo già all'interno del suo trasportino. Mi dà il permesso di salire a bordo lasciandolo libero, ma ovviamente tenuto a guinzaglio. Non c'è extra da pagare per lui.
E' una giornata piovosa, Paros si sdraia sulla moquette del corridoio dell'autobus, dove forse riesce ad asciugare leggermente il suo pelo.
E' la sua prima volta su un autobus, ma è come se ci fosse sempre salito.
Al mio arrivo alla stazione centrale, cerco la fermata per la navetta diretta a Linate. Anche qui, solito discorso: chiedo se posso portare a bordo il mio cane senza metterlo dentro al trasportino, e neanche stavolta pago extra.
Davanti l'ingresso dell'aeroporto, prima di completare le operazioni di check in, porto Paros a passeggiare sotto la tettoia (al riparo dalla pioggia), per liberarsi di qualche goccina di troppo.
Al banco check in esibisco i documenti di viaggio e cominciano i complimenti. Come si chiama, quanto ha, com'è bello, quanto è buono....
Tra una chiacchiera e l'altra, nessuno mi chiede il suo passaporto e nessuno controlla peso e dimensioni del trasportino.
Mannaggia, avrei potuto viaggiare con Alitalia, direttamente da Malpensa!
Mi metto in coda ai controlli di sicurezza, e temo che la troppa confusione intorno a lui possa innervosirlo. Al nostro turno, il cane più tranquillo del mondo sfida lo sguardo vigile del poliziotto, che non può che sciogliersi in un caldo sorriso.
Cerco un bagno e inizio a spogliarmi di giacca, borsa e quant'altro. Trovo, fortunatamente, una ragazza che lavora in uno dei negozi li accanto, che si presta a tenermi la belvetta mentre io vado dentro.
Non l'avessi mai fatto… Paros si sente solo e abbandonato, inizia ad abbaiare e con la testolina si sporge da sotto la fessura della porta per controllare ogni mio movimento all'interno dello spazio angusto di quel bagno.
Appena uscirò da quella porta, sarà la più grande festa di accoglienza mai riservatami...
Pian pianino ci avviciniamo al gate per l'imbarco, e lui rimane buono buono mentre svariate persone gli si avvicinano per accarezzarlo, e chiedermi di che razza sia, come si chiama, se posso portarlo in cabina con me ecc...
E' strano come la gente che abbia un cane sia, in realtà, poco informata sulle procedure relative alle condizioni di viaggio: molti non credono nemmeno si possa portare con sé in cabina (naturalmente fino ad un certo peso), e per alcuni è stata un'enorme scoperta.
Agli occhi dei più, Paros appare come un viaggiatore abituale: tranquillo accanto a me in aeroporto, pacifico in coda al gate e dentro a quel trasportino... nessuno potrebbe immaginare che, in realtà, quello sarà il suo primo viaggio in aereo!
Lo spazio riservatoci, una volta a bordo dell'aeroplano, è il finestrino dell'ultima fila, che però risulta già occupato da un'altra coppia con bambina al seguito.
Ci accomodiamo, dunque, al posto al corridoio e sistemo Paros ai miei piedi: immediatamente, si acciambella e inizia a sonnecchiare. 
Neppure le operazioni di decollo sembrano distrarlo: resterà tranquillo per tutta la durata del volo
Naturalmente, ogni tanto la sua testolina fa capolino da quell'angusto trasportino: il tempo di prendere una boccata d'aria e sgranchire le zampette non vogliamo mica negarlo a nessuno!
All'arrivo a Catania ci aspetta un tempo da lupi: vento e pioggia sembrano accogliere per la prima volta, in quella che classicamente si definisce come terra del sole, chi in quella terra metterà zampa (Paros) o piede (la mia amica Vera) per la prima volta.
Già all'interno del finger che dall'aeromobile ci conduce al nastro bagagli, decido di donare nuova vita al mio cane, estraendolo dall'angusto spazio di cui è stato ospite per due ore: scrollatina al pelo e via, sotto lo sguardo innamorato e sorridente dei presenti, a raggiungere il nonno... nonché mio padre.
Lui è li fuori che ci aspetta, chiuso in macchina per proteggersi dalla pioggia scrosciante: purtroppo ci tocca restare nei paraggi per almeno un'altra oretta, dato che il volo di Vera da Malpensa ha subìto ritardo.
Accompagno il mio amico a 4 zampe ad assolvere alle sue normali funzioni biologiche, ma di fronte al rifiuto di fare pappa sotto la pioggia non posso che desistere anch'io: ci chiudiamo in macchina insieme a mio papà, dove ad un mio morso di arancino corrisponderà una sua addentata di crocchette.
Il tempo passa abbastanza velocemente e Vera fa capolino dal varco arrivi: siamo pronti per iniziare questa avventura nella terra del sole... nascosto.
Io, Vera e Paros saremo ospiti della casa al mare dei miei. 
I patti con mia mamma sono questi: che non si azzardi il peloso a mettere zampa in casa dei miei, con i miei dentro. Non sono abituati a gestire un cane dentro casa, e la villa al mare sembra l'opzione migliore non solo per noi due, ma anche per l'ospite che mi farà compagnia i prossimi due giorni.
Mi piacerebbe poter portare Vera a spasso per la città, mostrandole il litorale che lambisce un mare da favola, farle esplorare Ortigia e i suoi angoli nascosti e farle assaggiare le nostre tipicità.
Ma questa pioggia sembra non volerci dare tregua: optiamo per una passeggiata (in macchina) nel tardo pomeriggio, seguita da aperitivo.
Il Bar Leonardi in Viale Teocrito è il primo esercizio pubblico in cui Paros metterà zampetta durante la sua vacanza: nessuna opposizione dagli addetti ai lavori, tante chiacchiere per me e per Vera e un sano e ristoratore sonnellino per il mio peloso. 
La serata sembra non promettere nulla di buono, meteorologicamente parlando, ma non ho intenzione di chiudere Vera in casa proprio la prima sera del suo arrivo a Siracusa!
Prenoto, dunque, un tavolo alla Tavernetta da Piero a Ortigia. La città è deserta, sotto la pioggia e il vento, ma non siamo gli unici ospiti del locale. 
Durante la telefonata avviso di avere al seguito un 4 zampe, ma nonostante la mia personale percezione del tono di voce esitante, mi viene comunque risposto che non ci saranno problemi. 
Al nostro arrivo al locale, in realtà, gli sguardi degli addetti rivolti al peloso non sono dei più amichevoli: perfino il tavolo riservatoci al momento della prenotazione telefonica, ci viene cambiato. E da un tavolo in mezzo alla sala finiamo al tavolo a ridosso dell'angolo del buffet. 
Per me è un vantaggio, quando viaggio con Paros, avere la possibilità di un tavolo leggermente defilato e ad angolo, di modo che lui distenda corpo e zampette e si assopisca. 
Ma lo sguardo e il confabulare degli addetti in sala mi lascia addosso una sensazione di disagio che mi accompagnerà per tutta la serata. 
Terminata la cena, ci avventiamo letteralmente alla macchina per dirigerci verso casa: gli ombrelli distorti dalla forza del vento non sono più in grado di tutelarci dallo scrosciare della pioggia, e il pelo di Paros comincia ad essere completamente fradicio. 
Arrivate a casa, con l'aiuto di Vera provvedo ad una tolettatura e asciugatura del mantello ormai zuppo; lui disteso sul tappeto con i suoi giochini e noi in pigiama davanti alla TV per questo primo sabato sera nella terra del sole (nascosto).
E' anche la prima sera che Paros dormirà in camera con me, sebbene nella sua cesta: sentire il suo respiro tutta la notte sarà una delle sensazioni più dolci.

DOMENICA 2 FEBBRAIO:
Sembra che fuori il vento si sia calmato, e la pioggia abbia lasciato spazio ad un barlume di speranza. 
Nei miei piani della giornata c'è la strada che si dispiega a sud di Siracusa, in direzione Ragusa, i muretti a secco, la natura arida, le stradine di campagna e il cibo genuino di un agriturismo ad attenderci. 
Nei giorni scorsi ho prenotato all'agriturismo Puglisi, nella strada per Frigintini, che solo chi c'è già stato una volta può riuscire a trovare. 
Ancora una volta, al telefono nessun problema di fronte all'esigenza di portare un animale al seguito. 
Il tavolo che ci viene riservato è quello proprio in cucina, dove lavorano la ricotta, tagliano e impiattano l'oggetto dei miei sogni gastronomici: la scaccia modicana, una specie di focaccia a pasta ben tirata (quasi sfogliata) ripiena di pomodoro e cipolla, ricotta e salsiccia, ricotta e cipolla, verdure e chi più ne ha ne metta. 
L'idea di gustare le scacce è la sola forza motrice in grado di portarmi così lontano quando vado alla ricerca di un agriturismo… se ad essa associamo il pane caldo condito con olio, origano e peperoncino, la ricotta calda, il formaggio, le olive e le fette di salame nostrano…. beh, la mia idea dell'antipasto ideale è pronta per essere consumata in brevissimo tempo. 
Paros sembra, invece, non avere molto appetito e tralascia le sue crocchettine: per tutta la vacanza sarà un calvario riuscire a fargli fare due pasti completi al giorno.
Con lo stomaco pieno, ci dirigiamo sulla via del ritorno, con Paros diligentemente accovacciato ai piedi di Vera. 
L'intenzione è quella di esibire all'amica e al peloso ciò di cui un siracusano va più spesso orgoglioso: Ortigia e la sua marina in una giornata di (semi) sole. 
É ai tavolini del Bar del Duomo che Paros incontrerà un suo simile, con cui accennerà una danza fatta di sorrisi, scodinzolate e abbracci canini. 
Il resto del pomeriggio e della serata ci vedrà ospiti a casa dei miei: sono in terra sicula già da 24 ore, ma non ho ancora visto mia mamma… e soprattutto, Paros non è ancora stato in casa da lei!
Sarà la prima delle barriere abbattute verso un'accettazione che, seppur non totale, porterà i miei genitori (e soprattutto mia mamma) ad ospitare per la prima volta nella loro vita un 4 zampe puzzolissimo all'interno del loro piccolo rifugio. 
E non è tutto!
Nei giorni di convivenza forzata che verranno (quando io e il peloso, rimasti soli per una casa grande e fuori mano come quella al mare, ci trasferiremo -infine- nella casa in città assieme ai miei genitori), vedrò l'atteggiamento di mia mamma letteralmente evolversi nei confronti del mio cane: da un freddo e distaccato "ciao, sei bello ma stammi lontano" si arriverà pian piano ad una carezza!
E con mio padre, che ve lo dico a fare? Lasciato per la prima volta solo col mio cane, che indisturbatamente gli salterà sul grembo come se nulla fosse, sarà suggello di amore per sempre...

LUNEDÌ 3 FEBBRAIO:
Finalmente il sole! 
Ho voglia di portare Paros e Vera a godere di questo splendido tepore in uno degli angoli di Sicilia che più mi affascina: il caratteristico borgo di Marzamemi, a circa un'oretta di strada da Siracusa. 
Le casette dei pescatori, le loro reti, il colore della piazza e gli infissi a tratti blu, a tratti rossi di alcuni dei locali della zona hanno decretato l'amore a prima vista con Francesco. 
Il suo palato ha, poi, tratto sollievo dalle scaglie di bottarga fresca appena grattugiata su un piatto di spaghetti alla siracusana (con le alici), la dolcezza del pomodoro di Pachino e le variegatissime conserve di barattoli reperibili nelle sempre aperte botteghe di Campisi e Adelfio.
Insomma, un tour a Marzamemi è un'esperienza sensoriale dedita a coinvolgere contemporaneamente occhi, olfatto e palato, con in sottofondo la musicalità delle onde del mare. 
Purtroppo, il pranzo alla Cialoma non si rivela altrettanto elettrizzante come le precedenti volte che mi ha visto ospite assieme a Francesco: sarà per il maltempo dei giorni precedenti, sarà per la scarsità di gente in giro, il menù risulta ancor più risicato del normale (e già abitualmente non è che facciano acrobazie con la varietà e il numero dei piatti) e andrò via di lì delusa dal non aver gustato almeno uno dei miei piatti preferiti. 
Nessun problema nemmeno stavolta per l'accoglienza del peloso: questa terra mi sta dando davvero grosse soddisfazioni in merito!
Approfitto della clemenza meteorologica per rientrare, dopo pranzo, in città e scorrazzare tra le sue vie, mostrando alla mia amica quanti più scorci possibili. 
Non manca la sosta in un negozio per animali, a fare rifornimento di generi di "seconda" necessità per il peloso: salviettine igienizzanti, sacchetti raccogli pupù e, naturalmente, qualche giochino per vedergli dipingere sul muso quel ghigno sorridente. 
E' ora di avviarsi verso l'aeroporto di Catania: Vera ha dovuto anticipare il suo biglietto di rientro, e prenderà il volo della sera… lo stesso da cui, invece, scenderà Francesco, che si unirà a me e Paros per i successivi 3 giorni. 
Speravo in una di quelle accoglienze da film, una scodinzolata festosa e una mega leccatina ai danni del malcapitato fidanzato, non pervenuto agli occhi del mio cane (e ai miei) da ben 3 giorni: ma lo stesso soggetto che zampetta col muso costantemente incollato per terra, rotolandosi sull'erba quando preso d'assalto da "nemici" anche di stazza inferiore, decide di riservare al paparino un'accoglienza seria e composta… così, mentre la sua testa fa capolino dall'ultimo gradino della scala mobile, Paros lo fissa a lungo con la coda immobilizzata… salvo poi quasi saltargli addosso non appena l'occhio della telecamera del mio telefono smette di riprendere la scena…
Dal momento che sia io che Francesco, come ormai avrete imparato a conoscere, pianifichiamo gran parte delle nostre giornate itineranti per il mondo sulla base di un assaggio gastronomico delle tipicità locali (e non), non possiamo che cominciare questi suoi 3 giorni in Sicilia con una bella cenetta a base di pizzolo alle Monache di Sortino!
Il posto è di "passaggio" provenendo dall'aeroporto (in realtà, lo è solo l'uscita dall'autostrada, dal momento che per raggiungere il paese c'è poi un bel pezzo di strada da fare), e i miei genitori hanno voglia di salutare il nuovo arrivato. 
Telefonata con la solita richiesta di accettazione del 4 zampe e via… broccoli e salsiccia, tonno e cipolle e ricotta e miele a fondersi nel mio palato in una delle principali gioie della vita: il cibooooooooo!!!

MARTEDÌ 4 FEBBRAIO:
Un'altra splendida giornata: il tempo sembra che, finalmente si sia assestato!
Ho voglia di fare un giro al mercato di Ortigia, ma un contrattempo porterà via tutta la nostra mattinata.
Mentre, in macchina, ci accingiamo a dirigerci verso la città, scorgiamo in mezzo alla strada un gattino che, chiaramente, è stato appena investito e lasciato lì morente. 
Decidiamo di prestargli soccorso, ma l'atteggiamento del felino non è dei più cooperativi: soffia, ci impedisce di avvicinarci e siamo costretti a spostarlo sul ciglio della strada con l'ausilio di un pezzo di cartone trovato nei paraggi, con cui spingiamo la bestiolina fino a lasciarla in posizione più sicura dal transito delle macchine.
Dopo di che, telefoniamo alla polizia locale per denunciare la presenza del gatto semi moribondo, ma la trafila è lunga: devono mandare una pattuglia dalla città, e noi dobbiamo attenderne l'arrivo nella zona in cui è stato rinvenuto il micio.
Io, che nel frattempo mi ero spostata da li ed ero quasi arrivata in città, sono costretta a reinvertire la prua e tornare a Fontane Bianche.
Al nostro arrivo, una sorpresa: il gatto non è più dove l'abbiamo lasciato. Spero che si sia ripreso dalla botta precedente e abbia iniziato a zampettare in cerca di un rifugio più sicuro. 
Avviso la polizia dell'inutilità, a questo punto, del loro intervento e mi muovo nuovamente alla volta della città. 
Ormai è quasi ora di pranzo, quindi andiamo a casa dei miei genitori. 
La passeggiata verrà rimandata al pomeriggio, quando decideremo di far scoprire il mare a Paros. 

E' meraviglioso vederlo correre festoso sulla sabbia, giocare con le alghe appallottolate fino a lambire l'acqua.







Meno stupefacente sarà doverlo ripulire tutto, dalla testa alle zampe, eliminando con delicatezza tutti i granelli di sabbia depositati nella zona degli occhi e all'interno delle sue zampette pelosissime. 
Tolettato, spazzolato e rimesso a nuovo, quella sera Paros sarà ospite -insieme a me e Francesco- a cena a casa di una coppia di miei amici, Ilenia e Vincenzo.



MERCOLEDÌ 5 FEBBRAIO:
Stamattina non c'è niente e nessuno che possa impedirmi di andare, finalmente, a passeggio a Ortigia tra le vie del mercato: i suoi scorci, già così caratteristici la sera, di giorno si impregnano degli odori e del vociare di chi popola le sue stradine con le bancarelle ricolme di ogni bene. 
Da quando Paros è entrato nelle nostre vite, ho scoperto la bellezza di una passeggiata a piedi sotto il tepore di un sole quasi primaverile: da casa dei miei genitori ho sempre preferito utilizzare la macchina per qualsiasi spostamento, eppure sono così gratificanti quei 10 minuti che la separano dal ponte e dall'architettura di quell'isola nell'isola che da secoli cattura l'interesse di qualsiasi turista si approcci alla sua storia… 
Ortigia ti si dischiude davanti agli occhi così, un pezzo alla volta, alla luce dei suoi palazzi barocchi e delle stradine che pullulano di gente. 
Oggi Paros conoscerà un nuovo amico: Toby, il cane di Alice.
L'incontro tra i due sembra quasi esplosivo: Toby, ormai cieco da entrambi gli occhi, sembra non voler perderne il contatto almeno olfattivo, e si aggira per i vicoli con un'eccitazione tale che quasi stento a riconoscerlo.
Marco ha prenotato per pranzo ancora una volta alla Tavernetta di Piero: ha chiesto nuovamente conferma sulla possibilità di portare i nostri amici a 4 zampe e mi ha tranquillizzata in proposito, dato che dopo la cena del Sabato non ero poi rimasta così convinta circa la loro effettiva disponibilità all'accoglienza. 
Anche al ristorante, Toby non perde occasione per fiutare e annusare Paros, non riesce a separarsi da lui, ma l'ingombro e il vociare dei due messi assieme è notevole, e non ci resta che separarli ai poli opposti del tavolo, sperando che almeno uno dei due si assopisca e lasci tranquillo l'altro.
Dopo pranzo, è il momento della visita alla mia amata nonnina, forte nei suoi 96 anni di età, ma debole nel suo ormai passivissimo approccio alla vita: com'è bello ricordarla in forze, così piena di vita, quando in men che non si dica organizzava pranzi o cene a base delle leccornie preferite dai suoi nipoti.
Bastava una telefonata al mattino: "nonna, mi fai la pizza?" o "nonna, posso avere le polpette di patate per pranzo?", che le sue mani immediatamente affondavano in una pasta liscissima e lievita o in un morbido e caldo purè di patate… e lo sguardo fiero di chi sa che, con così poco, sta per rendere felice una nipote…
La ricordo, sì, profumata di cera di cupra mentre si siede accanto a me e al nonno a guardare in TV la sua telenovela preferita, o mentre allestisce il gigantesco salone per la festa da ballo della comitiva, al suono di Raoul Casadei e generazione. 
Adesso è tutta contorta su se stessa, vedova da ormai 13 anni, ha completamente perso quell'entusiasmo alla vita a causa anche di un corpo che, pian pianino, abbandona le forze… 
E' chiusa su se stessa, con la voce sempre piagnucolante, lo sguardo perso nel vuoto e un umore costantemente infelice… eppure le basta vedermi, anche solo per un minuto, che un guizzo di luce riaffiora in quegli occhi ormai stanchi di vivere appesa a un girello. 
La mia nonna è così: ormai tanto vecchia, ripetitiva nei suoi discorsi, con una lucidità che va a tratti… eppure, quando vado a trovarla sembra quasi che si riaccenda… non fa altro che ripetermi quanto bene mi abbia voluto e quanto sia stata felice di crescermi…
Ed è innamorata di Francesco… è sempre stata innamorata delle persone di cui mi sono innamorata io… purché questi le promettessero di trattarmi come una principessa…
A lei, alla mia nonna, alla mia "Gingirella" basta sapere che io stia bene e sia felice… 
Vorrei tanto che lo fosse anche lei, che accettasse in maniera più serena il peso dei suoi 96 anni, e vorrei vederla sorridere di più…
Le chiedo sempre di promettermelo, ma per lei una promessa non è mai un debito…


Per quella sera, io e Francesco organizziamo di andare al cinema: sarà la prima volta che i miei si troveranno a fare da badanti al mio peloso.
Quando tornerò a riprenderlo, leggerò nei loro racconti e negli occhi lucidi di mio papà di un legame che, poco a poco, sta venendosi a creare, capace di abbattere ogni singola barriera. 
L'abbraccio di un cane è così: ti dimeni per evitare che ti salti addosso magari con le zampette sporche, ma quando riuscirà a poggiare la sua testolina sul tuo grembo e guardarti con gli occhioni carichi di affetto incondizionato… è lì che sai che sarà per sempre. 

GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO:
Ultima giornata in terra sicula per Francesco: la valigia ai piedi del letto mi mette di sconforto già ad inizio giornata. 
Mamma e papà hanno acconsentito al trasferimento in città mio e di Paros già da quella sera: tocca, quindi, preparare la valigia anche a me e riempire la macchina con anche tutti gli accessori di Paros. 
Lasciamo al volo tutti i bagagli a casa dei miei e ci avviamo per la consueta passeggiata mattutina verso Ortigia, dove abbiamo appuntamento, per pranzo, con Alessandra e Giorgio al Syraka
Tante coccole e feste riservate al peloso (come sempre impeccabile nella sua silenziosa e pacifica permanenza all'interno del locale), giretto a casa di Ale per contemplare lo stato dei lavori di ristrutturazione di quella che -si spera a brevissimo- sarà la loro nuova dimora nuziale, e via alla scoperta di quella che, a Siracusa, è diventata da un po' attrattiva di tanti ciclisti, e che scoprirò essere uno dei posti più belli e suggestivi in cui far passeggiare il mio amico a 4 zampe: la pista ciclabile e pedonale con imbocco da Via Arsenale. 
Abbiamo appuntamento al bar di fronte l'imbocco della pista con la mia amica Barbara; Francesco ci lascia sole ad aggiornarci sugli eventi della nostra vita, e inizia a condurre il peloso su per il tragitto. 
Poco dopo, anche io e Barbara imboccheremo la pista per una passeggiata che si rivelerà donatrice di scorci di mare e cartoline di Ortigia tra le più suggestive della città. 



Comincia a calare il buio sulla città, e io non ho la minima intenzione di accompagnare Francesco in aeroporto. Papà si offre di farmi compagnia in macchina, ma ho voglia di restare sola col peloso durante il mio viaggio di rientro, a digerire per i fatti miei il senso di vuoto che immancabilmente mi assale ogni volta che una delle persone che amo lascia la mia quotidianità, anche se solo per qualche giorno (o ora!). 
È la prima sera in casa dei miei: Paros sonnecchia nella sua cuccia ai piedi del divano dove papà e mamma guardano un film, e io -accanto a loro- scopro i vantaggi di un abbonamento SKY e della possibilità di usufruirne pure su altri dispositivi (come il computer) per l'immancabile appuntamento del giovedì sera con Masterchef. 
La mamma osserva il peloso e stabilisce le prime forme di comunicazione a base di sguardi e sorrisi.
Quella sarà anche la prima sera in appartamento con un cane: scoprirò quanto possa essere così comodo il giardino di casa nostra per consentirgli di espletare le sue funzioni organiche, piuttosto che una passeggiata per le vie deserte della città, nel tentativo disperato di farlo svuotare il prima e il più possibile!

VENERDÌ 7 FEBBRAIO:
Al suo risveglio, Paros decide di battezzare casa dei miei con un piccolo schizzetto di pipì frutto di una capacità di continenza non ancora del tutto sviluppata. 
Mi guarda con quegli occhioni che supplicano una passeggiata con conseguente svuotamento del serbatoio, ma io sono troppo presa dal mio rito della colazione per adempiere in maniera immediata al compito di "mamma". 
E lui si vendica così: sarà la prima e ultima volta… e se mia mamma è riuscita a sopravviverne senza un colpo al cuore significa che siamo già sulla buona strada.
Al mattino, le strade della città sono piene zeppe di gente che si accinge a lavoro: ma i bar pullulano ugualmente di avventori di croissant e cappuccino, di sottecchi ai quali, nascosto dietro a un cassonetto dei rifiuti, il mio splendido cagnetto decide di liberarsi dalle scorie notturne del suo pancino. 
Una raviola fritta, ripiena di ricotta calda e cosparsa di granelli di zucchero, è ciò che ci vuole per cominciare questa giornata… e prepararsi ai chilometri che ho in programma di macinare assieme alla mia bestiolina puzzolente.
Sto meditando, infatti, di raggiungere a piedi da casa dei miei la pista ciclabile di Via Arsenale, e da lì proseguire con una bella passeggiata gratificante per il mio cane, e qualche foto per me, nella speranza di intuire il meccanismo di funzionamento del mio nuovo aggeggio. 
Nello spiazzo davanti alla scogliera lascio libero Paros di correre e giocare con un bulldog francese appena incontrato.
La forza del mio richiamo ha un effetto totalmente nullo alle sue orecchie, e diverse volte lo perderò di vista, nella speranza che non sia precipitato da una delle scogliere a picco sul mare. 
Quando l'ansia di non vederlo più tornare sembra assalirmi, ecco due orecchie svolazzanti e una coda sventolante corrermi incontro: gioia per l'obbiettivo della mia macchina fotografica e camomilla per i miei nervi. 
Per il pomeriggio ho in programma una lunga seduta di benessere per i miei capelli, e dovrò lasciare il peloso in compagnia di mio papà, che si divertirà a portarlo in giro per la città e strapazzarlo di coccole. 

SABATO 8 FEBBRAIO:
Il sole continua a brillare su questi miei giorni di permanenza in Sicilia, e gioisco nel portare a passeggio il mio cane per sfruttare ogni singola particella di calore sul mio corpo. 
Questa mattina ho in programma una passeggiata nella solita pista ciclabile, ma da un altro punto di imbocco: quello di Viale Scala Greca, vicino casa di mia cugina Lorena, suo figlio Lorenzo e la piccola bassotta Giulia.
Non sto qui a descrivere le feste che il mio baldo giovane riserva da maschione alla spudorata Giulia: e mentre si annusano e corteggiano, io mi godo quest'altro scorcio della mia città che, dopo una vita, riesce ancora a coinvolgermi e stupirmi come fossi una qualunque turista. 
Il pomeriggio decido di sperimentare l'attività di shopping con il peloso al seguito: rimango stupita dal suo atteggiamento composto nei negozi in cui mi capita di entrare.
Se ne sta li, sdraiato sul pavimento, mentre provo un paio di stivali o un maglione nuovo…. Questo cagnetto è una fonte inesauribile di sorprese!
Di sera restiamo io e lui soli a casa: mamma e papà escono con amici, io non mi sono organizzata in nessun modo… e devo dire che non mi dispiace affatto questo momento di intimità tutto nostro! Io seduta sul divano, e lui al mio fianco, mentre guardo la TV e addento il panino che ho comprato qualche istante prima da Poldo, durante la mia passeggiata serale con lui.

DOMENICA 9 FEBBRAIO:
Il nostro ultimo giorno in terra sicula.
Al mattino, ormai la consueta passeggiata in pista ciclabile in compagnia di Barbara. 
Per pranzo ci trasferiamo a Ortigia, con Marco, sua mamma, Alice e Maria a gustare le esotiche specialità di Kamel e della sua cucina marocchina. 
Paros è, ancora una volta, il benvenuto dal ristoratore e il peluche da spupazzare per i miei amici, mentre io mi gusto con sorprendente soddisfazione la celebre pasta alla fibus (con scampi e pangrattato) e alla mergellina (con frutti di mare). 
Pomeriggio sonnacchioso per il mio peloso, stressato da giorni di continue attività, spostamenti e passeggiate… 
Non oso disturbarlo mentre dorme beato nella sua cuccia, lui che mi ha fatto tanto dannare per il cibo che, in questi giorni, ha ingurgitato solo a fatica e nemmeno nelle dosi raccomandate. 
La sera vorrei portarlo con me e Angela al ristorante giapponese, ma approfitto della presenza casalinga di mamma e papà per lasciarlo riposare liberamente nella sua cesta piuttosto che sul pavimento dell'ennesimo locale sconosciuto di questi giorni. 
Chiederò a mamma e papà se sentiranno la sua mancanza nei giorni a venire: la mamma mi risponderà con l'impellente bisogno di disinfettare casa e macchina per rimuovere l'acre odore (a suo giudizio) dell'ospite peloso…

Vi dico solo che, qualche giorno fa, di rientro dal mercato mi chiama tutta soddisfatta accennandomi di aver comprato un nuovo giochino per Paros…
Lo sapevo, ci avrei scommesso… è lì che lo sta aspettando, già pronta ad accoglierlo nuovamente tra le mura di casa quest'estate!

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